Autore selezionato: QUIRICO DOMENICO

In questa pagina vengono riportate tutte le opere, presenti nel nostro catalogo, di QUIRICO DOMENICO.

ESODO

Genere: SOCIOLOGIA

Formato: DAISY

Livello di lettura: SECONDO LIVELLO

Risguardo di copertina

questo libro è la cronaca dei viaggi fatti in compagnia dei migranti nei principali luoghi da cui partono, e in cui sostano o si riversano. in questo senso, è il racconto in presa diretta dell'esodo che sta già mutando il mondo e la storia a venire. una grande migrazione che ha inizio là dove parti intere del pianeta si svuotano di uomini, di rumori, di vita: negli squarci sterminati di africa e di medio oriente, dove la sabbia già ricopre le strade e ne cancella il ricordo; nei paesi dove tutti quelli che possono mettersi in cammino partono e non restano che i vecchi. termina nel nostro mondo, dove file di uomini sbarcano da navi che sono già relitti o cercano di sfondare muri improvvisati, camminano, scalano montagne, hanno mappe che sono messaggi di parenti o amici che già vivono in quella che ai loro occhi è la meta agognata: l'europa, il paradiso mille volte immaginato. da melilla, l'enclave spagnola che si stende ai piedi del gourougou, in marocco - dodici, sonnolenti chilometri quadrati cinti da un muro in cui l'europa è, visivamente, morta fino alla giungla di sangatte, a calais, dove la disperata fauna dei migranti macchia, agli occhi delle solerti autorità francesi, le rive della manica con la sua corte dei miracoli, tutto l'occidente sembra credere di poter continuare a respirare l'aria di prima, di poter vivere sulla medesima terra di prima, mentre "il mondo è rotolato in modo invisibile, silenzioso, inavvertito, in tempi nuovi".

GUERRA TOTALE

Genere: POLITICA

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

«la guerra non è mai fatale, ma sempre perduta»: così gertrude stein nell’esergo in apertura di questo libro. da reporter che è stato presente sui principali fronti di guerra del nostro tempo, domenico quirico conosce bene la verità di questa affermazione. ogni guerra accade per decisione deliberata. ogni guerra è perciò, secondo l’abusata citazione di von clausewitz, una continuazione della politica con altri mezzi che presuppone sempre una qualche strategia di conclusione. ora, che cosa è la guerra in ucraina? una guerra di resistenza del popolo ucraino nel più generale confronto tra democrazie e tirannidi trucide? l’eterno oriente asiatico contro l’eterno occidente? il tentativo di ricomporre la frattura spalancata dalla fine del comunismo e di riavviare la storia? oppure una colossale guerra del gas e del petrolio ben camuffata da stantii nazionalismi? e, soprattutto, qual è lo scopo della creazione di una furente opinione pubblica bellicista, propensa a dare mandato senza tentennamenti ai pochi decisori del confronto armato? la guerra in ucraina appare, in queste pagine, come una bancarotta totale. per putin, il piccolo zar con le sue parole consunte, i suoi furori ideologici medievali, è la bancarotta dell’illusione di una vittoria breve, destinata a riaffermare unilateralmente e per decreto la potenza russa. per zelensky, che insegue il mito della vittoria assoluta, la bancarotta del suo paese, destinato a una miseria e distruzione dalle quali occorreranno lustri per uscire. per l’occidente, la bancarotta di un conflitto iniziato senza una strategia di conclusione, se non la nuda e semplice sconfitta del nemico. una prospettiva di certo presente nelle guerre del passato, ma a dir poco insensata in una guerra in cui esiste la possibilità, dopo l’annessione formale del donbass alla russia proclamata dalla duma, di un apocalittico non ritorno.

IL GRANDE CALIFFATO

Genere: STORIA

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

il giorno in cui, per la prima volta, parlarono a domenico quirico del califfato fu un pomeriggio, un pomeriggio di battaglia ad al-quesser, in siria. domenico quirico era prigioniero degli uomini di jabhat al-nusra, al-qaida in terra siriana. abu omar, il capo del drappello jihadista, fu categorico: "costruiremo, sia grazia a dio grande misericordioso, il califfato di siria... ma il nostro compito è solo all'inizio... alla fine il grande califfato rinascerà, da al-andalus fino all'asia". tornato in italia, quirico rivelò ciò che anche altri comandanti delle formazioni islamiste gli avevano ribadito: il grande califfato non era affatto un velleitario sogno jihadista, ma un preciso progetto strategico cui attenersi e collegare i piani di battaglia. non vi fu alcuna eco a queste rivelazioni. molti polemizzarono sgarbatamente: erano sciocchezze di qualche emiro di paese, suvvia il califfato, roba di secoli fa. nel giro di qualche mese tutto è cambiato, e il grande califfato è ora una realtà politica e militare con cui i governi e i popoli di tutto il mondo sono drammaticamente costretti a misurarsi. questo libro non è un trattato sull'islam, poiché si tiene opportunamente lontano da dispute ed esegesi religiose. è soltanto un viaggio, un viaggio vero, con città, villaggi, strade e deserti, nei luoghi del grande califfato.

KALASHNIKOV

Genere: STORIA

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

«questo non è un libro su un’arma. questo è un libro sul male», ci avverte domenico quirico e fin dalle prime righe spazza via ogni equivoco. arrivati alla fine, del kalashnikov come arma non sapremo molto di più di quanto già sappiamo: tre chili scarsi di ferro e legno, lo può imbracciare chiunque, è capace di resistere a tutto – sabbia, fango, gelo, calure da deserto – e se si rompe bastano quaranta dollari per ricomprarne un altro. del male, invece, quello che nasce con la guerra fredda e arriva fino a noi, che fa soffrire, infligge violenza, si arroga il potere assoluto di dare la morte, conosceremo le tante forme. di quel male che crea zone franche dove affermare che uccidere è permesso e a volte persino meritorio, il kalashnikov è lo strumento diabolicamente perfetto: così facile da usare che può trasformare anche un bambino in un killer, è l’arma che ha fatto più morti nella storia dell’umanità, che ha reso la violenza democratica, simbolo di rivolta, icona di tutte le guerre, mezzo per compiere massacri e genocidi, giocattolo crudele di combattenti di ogni sorta, guerriglieri, trafficanti, jihadisti, mafiosi, criminali sperimentati e giovani delinquenti in cerca di consacrazione. per loro che si oppongono all’ordine del mondo è la morte, e non la vita, a rappresentare la vera certezza.

SQUADRONE BIANCO - 1 PARTE

Genere: STORIA

Formato: DAISY/CASSETTA

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

5 febbraio 1885: a massaua, remoto porto del mar rosso ai margini dell'impero turco, sbarca, sotto un'opprimente calura, un piccolo contingente di soldati italiani. inizia allora, tra equivoci, velleità espansionistiche da grande potenza e miseri finanziamenti, l'avventura del nostro colonialismo. mezzo secolo di sanguinose vittorie e plateali sconfitte, di eroismi e crudeltà di cui solo in piccola parte furono protagoniste le nostre truppe. le colonie, in realtà, vennero conquistate, difese e perse da eserciti di indigeni assoldati come mercenari e guidati da ufficiali italiani. giunti dal sudan e dallo yemen, andarono a formare battaglioni in cui convivevano uomini delle etnie più diverse: tigrini, etiopi, somali, libici. si batterono bene e con coraggio, in cambio di una paga modesta, di una divisa e di un fucile, sottoposti a una disciplina implacabile, dove ai ceppi si affiancava il 'curbasc', la frusta di pelle di ippopotamo. di fede cristiana o musulmana, animista o pagana, ognuno di loro poteva pregare il suo dio in perfetta libertà. si fecero uccidere a migliaia affrontando le turbe fanatiche seguaci del mahdi, un precursore di bin laden che voleva cacciare gli empi colonialisti dalle terre del profeta; a adua molti di loro furono mutilati dal negus menelik per tradimento; in libia diedero la caccia agli inafferrabili guerriglieri del deserto; nel 1935 arrancarono sulle ambe etiopiche per aprire la strada ai soldati di mussolini. i generali li giudicavano con degnazione, talvolta con disprezzo, considerandoli utili ma vergognandosi di dover dipendere, per vittorie e medaglie, da quei 'selvaggi'. che pure furono sempre fedeli all'italia, anche quando tradirla sarebbe stato più semplice e meno pericoloso. questa epopea dimenticata, di cui domenico quirico ripercorre le fasi più esaltanti e drammatiche con stile personalissimo e non privo di amara ironia, offre una delle chiavi per comprendere i legami complessi, e contraddittori, che il colonialismo crea tra 'padroni' e indigeni. e la storia dei reparti africani si intreccia con quella, altrettanto tragica e dimenticata, degli ufficiali che al loro fianco si batterono da dogali a cheren, ultima battaglia dell'effimero impero italiano: due realtà lontanissime accomunate dalla dura necessità della guerra, che, al di là delle gerarchie militari e delle differenze razziali, mette in scena un unico dramma umano.

SQUADRONE BIANCO - 2 PARTE

Genere: STORIA

Formato: DAISY/CASSETTA

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

5 febbraio 1885: a massaua, remoto porto del mar rosso ai margini dell'impero turco, sbarca, sotto un'opprimente calura, un piccolo contingente di soldati italiani. inizia allora, tra equivoci, velleità espansionistiche da grande potenza e miseri finanziamenti, l'avventura del nostro colonialismo. mezzo secolo di sanguinose vittorie e plateali sconfitte, di eroismi e crudeltà di cui solo in piccola parte furono protagoniste le nostre truppe. le colonie, in realtà, vennero conquistate, difese e perse da eserciti di indigeni assoldati come mercenari e guidati da ufficiali italiani. giunti dal sudan e dallo yemen, andarono a formare battaglioni in cui convivevano uomini delle etnie più diverse: tigrini, etiopi, somali, libici. si batterono bene e con coraggio, in cambio di una paga modesta, di una divisa e di un fucile, sottoposti a una disciplina implacabile, dove ai ceppi si affiancava il 'curbasc', la frusta di pelle di ippopotamo. di fede cristiana o musulmana, animista o pagana, ognuno di loro poteva pregare il suo dio in perfetta libertà. si fecero uccidere a migliaia affrontando le turbe fanatiche seguaci del mahdi, un precursore di bin laden che voleva cacciare gli empi colonialisti dalle terre del profeta; a adua molti di loro furono mutilati dal negus menelik per tradimento; in libia diedero la caccia agli inafferrabili guerriglieri del deserto; nel 1935 arrancarono sulle ambe etiopiche per aprire la strada ai soldati di mussolini. i generali li giudicavano con degnazione, talvolta con disprezzo, considerandoli utili ma vergognandosi di dover dipendere, per vittorie e medaglie, da quei 'selvaggi'. che pure furono sempre fedeli all'italia, anche quando tradirla sarebbe stato più semplice e meno pericoloso. questa epopea dimenticata, di cui domenico quirico ripercorre le fasi più esaltanti e drammatiche con stile personalissimo e non privo di amara ironia, offre una delle chiavi per comprendere i legami complessi, e contraddittori, che il colonialismo crea tra 'padroni' e indigeni. e la storia dei reparti africani si intreccia con quella, altrettanto tragica e dimenticata, degli ufficiali che al loro fianco si batterono da dogali a cheren, ultima battaglia dell'effimero impero italiano: due realtà lontanissime accomunate dalla dura necessità della guerra, che, al di là delle gerarchie militari e delle differenze razziali, mette in scena un unico dramma umano.

ADDIO KABUL

Genere: DIARI

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

nell'agosto del 2021 l'esercito degli stati uniti ha lasciato definitivamente kabul dopo aver combattuto una lunghissima e sanguinosa guerra. ora che la sconfitta è venuta, è il momento di ammetterlo: l'america, l'occidente, sono rimasti vent'anni in afghanistan, vi hanno condotto una guerra, scelto e gettato via alleati e governanti, distribuito denaro (150 miliardi dollari l'anno) e ucciso migliaia di persone sulla base di un'antropologia immaginaria, tutta agghindata di mediocri astuzie: una favola che dava una forma confortante ai nostri desideri poiché, al di là del folclore e della storia, non ci siamo mai veramente

IL PAESE DEL MALE. 152 GIORNI IN OSTAGGIO IN SIRIA

Genere: BIOGRAFIA

Formato: DAISY

Livello di lettura: SECONDO LIVELLO

Risguardo di copertina

nella storia della letteratura, numerose sono le pagine capaci di condurre il lettore davanti all'"ineffabile vergogna", al mistero di "incomprensibile e cieco dolore" del male. nulla però eguaglia per potenza narrativa le pagine di coloro che hanno realmente vissuto l'offesa del male; gli eventi, le azioni, i piccoli gesti in cui si manifesta; l'umiliazione, per dirla con primo levi, di poter morire "per un pezzo di pane" oppure "per un sì o per un no". il 6 aprile 2013 domenico quirico e pierre piccinin da prata imboccano un sentiero pietroso che serpeggia tra le montagne e i ciliegi in fiore piantati sui contrafforti dell'anti-libano e penetrano in siria. sono in compagnia di coloro di cui vogliono narrare le gesta: i miliziani dell'armata siriana libera, gli oppositori di bashar assad, i ribelli, i rivoluzionari. al loro passaggio i petali bianchi si staccano dagli alberi e fluttuano nell'aria fresca della primavera. qualche giorno dopo, nei pressi della città di al-qusser, in una notte buia in cui nulla sembra vivere, l'armata siriana libera li consegna a un gruppo di incappucciati che, sparando raffiche di mitra, li trascinano sul loro pick up. seguono cinque mesi di strazio e di ira, di furia e rancore, di miserevole ingiustizia, resa ancora più tale perché inflitta da coloro che si credevano amici. mesi trascorsi in stanzette sudice, in botole infami e luride prigioni, dove la luce è sempre accesa perché la voglia di dormire pesi tanto da far dimenticare ogni cosa...