Autore selezionato: ALAJMO ROBERTO

In questa pagina vengono riportate tutte le opere, presenti nel nostro catalogo, di ALAJMO ROBERTO.

E' STATO IL FIGLIO

Genere: ROMANZO

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

palermo, quartiere della kalsa, terzo piano di un palazzo sporco e buio: ma aprendo la porta di casa ciraulo si nota subito lo scintillio del pulito. perchã© la famiglia ciraulo ci tiene, alla pulizia. nicola ciraulo, il capofamiglia, ãš un ellesseã¹, lavoratore socialmente utile, ossia un professionista delle mobilitazioni sindacali e dei lavori in nero: ed ãš anche l'unico che piã¹ o meno lavori, in una famiglia composta dai suoi genitori - l'opprimente signora rosa, che non tace un istante, e l'ineffabile marito fonzio -, da sua moglie loredana e dal figlio ventenne, tancredi. fino a qualche anno fa c'era pure un'altra figlia, una bambina allegra e prepotente, la povera serenella...il romanzo comincia con la polizia che fa irruzione in casa ciraulo, dove tancredi ãš chiuso in bagno e si rifiuta di uscire. dove, soprattutto, c'ãš il cadavere di suo padre nicola steso nel salotto. ma il resto della famiglia, tutto attorno, sembra intenzionato a non collaborare. o forse: a collaborare fin troppo. e sono molti i particolari che non quadrano. i personaggi di alajmo, le situazioni che creano o in cui -- piã¹ spesso e piã¹ fatalmente - vengono a trovarsi, sono sempre normali e paradossali al tempo stesso. i loro caratteri, apparentemente semplici, nascondono abissi. le loro logiche, apparentemente arcaiche, confinano con gli smarrimenti metafisici della modernitã . alajmo individua le mille crepe della realtã , della psiche, dei singoli oggetti, vi infila il cuneo della sua ironia, di una logica implacabile, e poi scava, scava senza fermarsi, oltre il cuore, fino all'osso duro e insensato che si trova sotto.giallo eretico, eccentrico, affilatissimo, sorprendente romanzo iperrealistico e al tempo stesso surreale, metafisico, "e' stato il figlio" rappresenta la conferma di uno degli scrittori italiani dal talento piã¹ sicuro e originale.

IO NON CI VOLEVO VENIRE

Genere: ROMANZO POLIZIESCO

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

da piccolo era stato uno di quei bambini goffi, tardi, vittime un po' volontarie, che i compagni di calcetto mettono ogni volta a giocare in porta. da adulto, giovanni di dio, per tutti giovà, non è cambiato poi molto: sovrappeso, per nulla svelto, prematuramente fallito a scuola. per non vederlo dormire tutto il giorno, cosa che lui sa fare meglio di ogni altra, la madre gli ha trovato un posto come guardia giurata. per ottenerlo, la signora antonietta si è rivolta allo zzu. uomo di gran conto nel quartiere, che dal terrazzino del suo minuscolo bar domina su tutto e tutti, con modalità che in zona ognuno sa e nessuno dice. trent'anni dopo giovà viene convocato per ricevere uno strano incarico, totalmente al di sopra delle sue forze. è sparita una bella ragazza, agostina giordano. i carabinieri la cercano, ma delle loro indagini non si sa nulla. la cosa incredibile è che non ne sappia niente nemmeno lo zzu che, per svelare il mistero, è costretto a rivolgersi a quella cosa inutile di giovà. un'indagine parallela e riservata, condotta da un incompetente che non riuscirebbe a cavarsela senza una specie di comitato investigativo composto da tutte donne che, specialiste nello smistamento di voci raccolte in giro, fanno luce nella direzione in cui giovà deve guardare. il risultato è però che l'investigatore riluttante di questo anomalo poliziesco finisce per affrontare un'alternativa che mette a repentaglio la sua stessa sopravvivenza. l'azione si svolge nella borgata palermitana di partanna, attaccata come gemella siamese alla più rinomata e opulenta mondello. questa sul mare, l'altra ai piedi di una montagna, separate da un confine impercettibile eppure abissale. la prosa, dialettale solo per le spezie dei dialoghi, è divertente e ironica, in grado di restituire l'allusività e il senso multiforme delle conversazioni in sicilia. l'autore ne rappresenta tutti i codici di comunicazione, compresa la prossemica di chi parla. è una specie di danza: avvicinarsi, allontanarsi, farsi sotto, restare in disparte. roberto alajmo ha scritto un mystery comico e grottesco, al centro del quale emergono due tematiche molto siciliane: il millenario contrasto che qui regna tra verità e giustizia, e la piaga del vecchio che sempre si aggrappa al nuovo per imprigionarlo e modellarlo. quasi un tributo a quella che sciascia chiamava «verità>>

L'ARTE DI ANNACARSI

Genere: VIAGGI REPORTAGES

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

annacare/annacarsi è in dialetto siciliano un verbo insidioso, difficilmente traducibile in italiano. quel che più si avvicina è cullare/cullarsi, ma non è proprio la stessa cosa. l'arte di annacarsi prevede il muoversi il massimo per spostarsi il minimo. una immagine che descrive bene lo spirito dell'isola e più ancora la disposizione d'animo dei siciliani tessuta di diffidenza. ogni viaggio in sicilia, anche quello intrapreso in questo libro, diventa una specie di danza immobile attorno alla geografia e alla filosofia, alla storia, al folklore e alla gastronomia, scoprendo che fra le diverse discipline esistono continui rimandi a una trama inestricabile. "pur restando immobile, l'isola si muove. non è uno di quei posti dove si va a cercare la conferma delle proprie conoscenze. e invece un teatro dove le cose succedono da un momento all'altro. e un susseguirsi di scatti prolungati, pause per rifiatare e ancora fughe in avanti". come l'isola, alajmo procede a zig-zag in un itinerario non lineare, senza vincoli di percorso né di tempo, da un capo all'altro, sulla base di pure suggestioni, guidato dalla bellezza, accompagnato da un lucido pessimismo. come un atto d'amore che non si nasconde nessuna vergogna dell'oggetto amato: capita di innamorarsi di una canaglia. e anche se lo sai, che puoi farci?

L'ESTATE DEL '78

Genere: DIARI

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

un pomeriggio d’estate roberto alajmo incontra la madre in una strada di mondello, la località marina a ridosso di palermo. non può immaginarlo, ma quello è un addio. «cos’abbia fatto lei, nei tre mesi successivi, ancora oggi non lo so. è oggetto della presente indagine». roberto alajmo, nel suo libro più necessario e personale, ha trasformato una vicenda così intima, così scomoda, in un romanzo di vita, appassionante e commovente, un romanzo che ci ricorda lo straordinario potere della letteratura di mettere a nudo i nostri sentimenti. nel luglio del 1978 lo scrittore è uno studente in attesa degli orali dell’esame di maturità, studia con i compagni nella casa di mondello, a palermo, e a fine giornata esce insieme a loro per riposarsi, per rifiatare, per mangiarsi un gelato. «trenta metri, non di più, e si arriva in via stesicoro (…) li conoscevo così bene, quei trenta metri, che mai avrei immaginato potessero riservarmi una sorpresa». elena, la madre, è seduta lì, sul marciapiede. alza un braccio, con la mano a coppa si ripara dal sole e lo guarda. «“mamma, che ci fai qui?”, “avevo voglia di vedervi”. vedervi: me e mio fratello. “e perché non hai bussato?”, “così…”». quello è l’ultimo incontro tra elena e suo figlio roberto e da lì nasce questo libro, che è un’indagine, una investigazione familiare, il racconto di un uomo adulto su un evento che ha segnato la sua giovinezza e la sua maturità. è la storia di un addio di cui lo scrittore non ha avuto sentore, è la ricerca del senso di quel commiato inatteso, del progressivo allontanarsi della madre dal marito, dai figli, dalla vita stessa. è un libro di grande originalità letteraria, attraversato da una suspense che a tratti toglie il respiro, da un’emozione attenta a trasformarsi in pensiero e parola, da un umorismo necessario ed elegante. mai il lettore ha la sensazione di intrufolarsi in qualcosa che non gli appartiene, di star spiando dal buco della serratura il dolore altrui. questo accade nonostante l’autore accompagni il testo con le foto, vere e normali, bellissime, di una famiglia come tutte le altre. e nonostante il ritratto dettagliato dell’intimità, che mai è un diario attorcigliato su se stesso ma appassionante storia di tutti i giorni. alajmo ha fatto romanzo della sua vita, l’ha condivisa con noi nell’arte del racconto. lo scrittore fin dall’inizio ci dice «statemi a sentire». e non c’è altro che possiamo fare.

LA BOFFA ALLO SCECCO

Genere: ROMANZO POLIZIESCO

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

c'è una trappola pronta a scattare per giovà, guardia giurata di partanna mondello. la sorella mariella ha dato in affitto il «villino» di sua proprietà. purtroppo i due affittuari trovano scuse e pretesti (non del tutto infondati) per non pagare il canone e ciò scatena in famiglia la consueta tragedia farsesca. la madre antonietta, la zia mariola, la vicina mariangela e persino il padre infermo spingono giovà a fare qualcosa, qualsiasi cosa, quando un fatto ben più grave si aggiunge al danno morale e a quello economico. gli affittuari, i sedicenti fratelli mormile, sono caduti in un agguato e mariella è stata fermata dalla polizia scatenando oltretutto una ridda di maldicenze. lo stile del duplice omicidio è quello classico mafioso, eppure è proprio lo zzu, il boss della borgata, a dare ordine a giovà di fare chiarezza. solo sullo sfondo si muovono le forze dell'ordine, che tutti i protagonisti della vicenda considerano un potere ostile, incapace di penetrare gli arcani del quartiere. a spalleggiare giovà in questa nuova indagine sarà il figlio del padrino, l'infido giampaolo. inspiegabili indizi e ulteriori cadaveri arrivano a complicare la situazione, mentre giovà sempre più si rende conto di essere su un piano inclinato che porta al disastro. «mi stanno scaricando pure i miei parenti», riesce a capire un attimo prima di finire in trappola. la «boffa allo scecco» è lo schiaffo che si dà all'asino, utilizzandolo come capro espiatorio finale di una lunga catena di soprusi. al termine della quale, anche questa volta, si trova giovà di dio - investigatore riluttante ed esca umana -, un giufà immerso nel contesto della mafia di piccolo cabotaggio, onnipresente nelle zone dove lo stato sembrerebbe aver fatto un passo indietro. un romanzo ricco di dialoghi da commedia brillante che portano il lettore a sorridere, salvo poi accorgersi che c'è poco da sorridere, in questo «piccolo mondo cinico», come lo ha definito con perfetta diagnosi goffredo fofi.

TEMPO NIENTE

Genere: ROMANZO

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

a quanto pare, per diventare un eroe, bisogna prima avere la pazienza di morire. almeno in italia, di sicuro in sicilia, un eroe buono continua a essere un eroe morto. ma forse nemmeno questo: oltre a una vita esemplare serve anche una morte esemplare. questo libro racconta l'ostinazione di una donna che non si rassegna all'oblio che avvolge la vita e la morte del proprio amatissimo compagno. questa è la storia di luca crescente, entrato in magistratura giusto in tempo per raccogliere l'ideale testimone di falcone e borsellino. sono gli anni della disillusione: quello stato che pareva cominciare a fare sul serio contro cosa nostra, adesso sembra invece tornare a una pacifica convivenza. e questo luca crescente non può accettarlo. e contrario alla sua etica. forse anche per questo lui - che per idee, estrazione e formazione dovrebbe essere un esponente della borghesia cattolica - si ritrova a combattere battaglie che risultano impropriamente d'avanguardia: quelle che in un paese normale dovrebbero essere ordinaria amministrazione, fronte ideale condiviso da tutte le parti politiche. questo è un romanzo civile. non solo: è la storia vera dell'amore fra due ragazzi che crescono assieme, si sposano, fanno due figli e si accingono a invecchiare assieme. ma il destino ha programmi diversi. luca crescente a un certo punto rallenta: e la morte, che lo stava inseguendo, finisce per tamponarlo nella maniera più imprevedibile.