Risguardo di copertina
a che punto è il femminismo, rivoluzione senza armate e senza sangue che ha già profondamente modificato, e in così poco tempo, la faccia del mondo? a quanto pare continua ad avanzare su molti fronti. il movimento globale #metoo ha messo sulla difensiva migliaia di uomini potenti. time’s up, organizzazione lanciata da molte celebrità hollywoodiane, proclama che il tempo delle molestie e degli abusi è finito. merriam-webster, il più consultato dizionario americano, segnala che le ricerche della parola “femminismo” sono quasi raddoppiate. ma proprio quando il dominio patriarcale sembra simbolicamente vacillare, per le donne in carne e ossa – dice marina terragni, sulla base della sua pluridecennale esperienza di pensiero e di lotta – le cose non vanno affatto bene: gli indicatori materiali (salute, lavoro, stipendi, giustizia) sono tutti negativi, mentre crescono i numeri della violenza sessuale e la politica non è mai stata tanto misogina. perfino il dirsi “donna” non è più a disposizione del sesso femminile, definizione contesa dal transattivismo queer (è la definitiva scomparsa delle donne?). dopo un secolo di femminismo, dunque, il bilancio è ancora interlocutorio. di fronte a questo stato di cose, l’autrice propone un “femminismo radicale” che non si accontenta della lotta per l’autodifesa. che non chiede pari opportunità, non elemosina posti, non subisce le intimidazioni queer e i diktat del biomercato. che si misura alla radice con la questione maschile. che si radica nella verità del corpo e nella differenza femminile per mettere da subito al mondo un altro mondo, finalmente libero dal dominio di un sesso sull’altro.
Risguardo di copertina
l'autrice lancia un allarme, un appello e una sfida a tutte le donne. si deve e si può tornare a praticare la propria femminilità senza perdere nulla, e anzi guadagnando in libertà e felicità. vivere pienamente la differenza è il solo modo di essere davvero pari. il rischio, come avverte il titolo, è quello della scomparsa, l'estinzione delle donne e l'omologazione sessuale. e adesso che anche gli uomini sono in crisi, come "scorticati" dalla fine del patriarcato, ma forse proprio per questo più interessanti, è il momento di distogliere le energie dalla rincorsa del modello maschile "globale" e investirle nella ricerca di una civiltà femminile, per il bene delle donne e degli uomini: "il mondo è pieno di tracce di questo universo femminile, di indizi che aspettano solo che qualcuna li scopra, e questo libro vuole scoprirne qualcuno. si tratta di saper vedere quello che c'è e di farlo fiorire. ci sono tracce di un mondo femminile nelle parole che usiamo, in certi scarti della lingua da cui trapela inaspettatamente qualcosa d'altro. nelle cose che insistiamo a fare e in quelle che invece ci ostiniamo a non voler fare, per esempio la politica com'è comunemente intesa. nel fatto che siamo sempre in cerca di qualcosa che ancora non si vede, eppure siamo sicure che c'è". un testo che cerca di calare nel nostro quotidiano tutte le questioni legate ai rapporti fra i generi.