Risguardo di copertina
Il 22 giugno 1983 Emanuela Orlandi scompare. Dopo quarant’anni e due lunghe inchieste della magistratura italiana archiviate, la famiglia non ha ancora potuto mettere la parola «fine» a questa storia. L’avvocato Laura Sgrò, dal 2017 legale della famiglia Orlandi, fin dall’inizio del suo mandato ha lavorato perché il Vaticano, dopo decenni di silenzi, ambiguità, incongruenze e chiusure, iniziasse a collaborare e a indagare sulla scomparsa di Emanuela. A inizio 2023, finalmente una speranza. Il Vaticano è pronto a fare chiarezza e a riaprire le indagini; l’avvocato Sgrò e Pietro Orlandi forniscono tutte le informazioni e le carte in loro possesso, in piena sinergia con le autorità giudiziarie della Santa Sede. E così, l’11 aprile, Pietro Orlandi viene ascoltato dal Promotore di Giustizia vaticano, cui viene consegnata una memoria particolareggiata e carte inedite da vagliare: documenti che avvalorerebbero la cosiddetta «pista di Londra»; dettagli sulla famigerata trattativa tra procura di Roma e Vaticano; l’audio di un ex sodale della banda della Magliana, che attribuisce a Giovanni Paolo II gravi responsabilità sulla scomparsa di Emanuela e apre inquietanti squarci sull’ipotesi mai approfondita della pedofilia; un elenco di ventotto persone da ascoltare, tra alti prelati ed ex membri della magistratura italiana. Queste pagine ci aiutano a capire come siamo arrivati fin qui e a riprendere le fila di una storia dolorosa e intricatissima, anche attraverso i tanti incontri avuti dall’avvocato Sgrò: da Vincenzo Calcara a Pippo Calò e Bruno Contrada; con chi è stato vicino a Sabrina Minardi e con chi ha seguito il caso fin dai primi giorni come il giornalista Andrea Purgatori.