Risguardo di copertina
Nessuno meglio di Farian Sabahi, docente universitaria e giornalista italo-iraniana, può parlarci della condizione delle donne in Iran. "Noi donne di Teheran" è un racconto - in prima persona femminile - su cosa vuol dire essere bambine, ragazze, donne in un paese complesso e affascinante, pieno di potenzialità e contraddizioni. L'Iran è una repubblica islamica intrisa di imposizioni e divieti che spesso sfociano in una violenta repressione. È anche una società istruita e colta, contraddistinta da impegno civile e animata da scrittori e registi che ci incantano e ci fanno sognare. Nonché un paese di donne resilienti, che con coraggio scendono in strada per rivendicare libertà che in Europa diamo per scontate. Di questo Iran, nella seconda parte del volume, il premio Nobel per la pace 2003 Shirin Ebadi e Farian Sabahi parlano, incontrandosi e dialogando di politica e diritti. "Cambiare il sistema senza stravolgere il nostro credo di musulmani", questo l'orizzonte condiviso da Shirin Ebadi e da tanti altri. Una prospettiva ancora lontana, tutta da raccontare.