Risguardo di copertina
"Senilità" è il secondo romanzo di Svevo, che segue "Una vita" e precede "La coscienza di Zeno". Pubblicato per la prima volta nel 1898 con scarso successo, fu salutato come un capolavoro nel 1927, dopo che Joyce ebbe dichiarato pubblicamente il suo grande apprezzamento per questo libro. È la storia, in una Trieste allietata dai clamori del Carnevale, di un "eroe esistenziale" la cui protesta sociale, il cui non ritenersi figlio dei tempi si arrendono all'amore per una donna, miscuglio irresistibile di sensualità e devozione, di grazia e sfacciata volgarità, di egoismo e pietà. Con "Senilità" Svevo entra nel pieno della sua maturità letteraria. Nell'opera si respira, ormai libera e naturale, quella che Montale definì "l'epica della grigia casualità della nostra vita di tutti i giorni". Nel "Corto viaggio sentimentale", protagonista l'anziano signor Aghios, tornano i temi che furono cari a Svevo: il bisogno di vivere e l'incapacità di aderire al reale senza dolorose scissioni; l'idea dell'eros come trasgressione al sano comportamento borghese; l'influenza delle teorie psicoanalitiche.