Risguardo di copertina
Quella gente gli dava sui nervi, c’era poco da fare. Di fronte a loro era nella stessa posizione dell’ultimo arrivato in un club, per esempio, o in una classe, che si sente impacciato perché non conosce ancora le regole, le abitudini, le parole d’ordine, ha vergogna e pensa sempre che gli altri lo prendano in giro. Era convinto che John T. Arnold, così disinvolto, a suo agio con banchieri e re in esilio, a Londra come a Roma, a Berlino come a New York, si fosse divertito della sua goffaggine e l’avesse trattato con una condiscendenza lievemente compassionevole. Al pari di tutti, forse anzi meglio di tanti altri visto il mestiere che faceva, Maigret sapeva come si trattano certi affari e come si vive in certi ambienti.Ma era una conoscenza teorica, non vissuta in prima persona. E c’erano dei particolari che lo disorientavano. Per la prima volta aveva l’occasione di entrare in contatto con un mondo a parte, di cui la gente comune apprende qualcosa solo grazie ai pettegolezzi dei giornali. (Le inchieste di Maigret 56 di 75)