Risguardo di copertina
Firenze, piazza della Signoria, 23 maggio 1498. Un rogo fiammeggia ardente, alimentato dal vento. Consuma i corpi che penzolano da tre capestri di ferro, affissi a un palo a forma di croce. Sono Girolamo Savonarola, priore del convento domenicano di San Marco, e due dei suoi frati, condannati dal tribunale ecclesiastico come eretici e scismatici per aver predicato cose nuove, privati del sacerdozio e consegnati al braccio secolare, affinché dai “nefandissimi crimini” non vadano immuni e impuniti, “tutti e ciascuno impiccati e inoltre bruciati, onde l’anime loro siano separate dal corpo”. Arse le membra, le ceneri di Savonarola vengono disperse nell’Arno, a evitare che il popolo serbi le reliquie di un uomo, venerato in vita da alcuni come un santo, odiato da altri come un fanatico.