Risguardo di copertina
Sono gli anni del processo a O.J. Simpson, e gli Stati Uniti sembrano dividersi lungo una frontiera di classe, di razza, di genere. Daniel Emerson è un avvocato bianco di New York non ancora quarantenne, tornato a vivere nella sua città natale lungo il fiume Hudson. Accanto a lui, la fidanzata Kate è una scrittrice che fatica nella stesura del secondo romanzo, distratta dalle vicende del campione di football accusato dell’omicidio di due donne. Daniel accudisce Ruby, la figlia di lei, e sembra perfettamente inserito nella comunità, finalmente appagato dalla vita di famiglia alla quale aveva sempre aspirato. Ma un incontro scuote quella perfezione, e la rende più torbida e drammatica. Iris Davenport è una donna nera che frequenta un dottorato in un college della zona, il marito è consulente finanziario a New York e rientra solo nei fine settimana, il figlio è compagno di giochi di Ruby. Iris è per Daniel l’incarnazione di un sogno, sentimentale ed erotico, e diventa presto un’ossessione. La segue in macchina, studia i suoi orari, spesso la nomina quando parla con Kate, ma non crede che le sue fantasie avranno un seguito. Poi il caso, o forse l’implacabile meccanica del desiderio, accelera gli eventi, e provoca una lacerazione capace di disgregare un ordine familiare e sociale la cui solidità si rivelerà quanto mai effimera. Come ha scritto Joyce Carol Oates, la geografia letteraria di Scott Spencer è profonda e affascinante: confina a sud con John Cheever, a nord con John Updike – del primo ha la capacità di dar vita a personaggi sognanti e innamorati, travolti dalle proprie emozioni; dell’altro il talento di celebrare l’eros, di cantare con precisione le fantasie degli amanti, i loro corpi, la loro passione.Una nave di carta è la storia di un viaggio dissoluto e di un violento naufragio, e una delle più sorprendenti declinazioni del romanzo d’amore contemporaneo.