Risguardo di copertina
Cinque anni fa Edith Sheffer, da genitore costretto a scontrarsi con la realtà di una diagnosi di autismo, per documentarsi lesse tutto il possibile, ma, da storica, scelse di non accontentarsi e volle ripercorrere le vicissitudini personali e professionali dello psichiatra infantile Hans Asperger nella Vienna a cavallo tra gli anni trenta e quaranta. La verità emersa dai suoi studi si rivelò profondamente inquietante, tanto da spingerla a farla conoscere al mondo. Asperger non appoggiò mai apertamente il nazismo: dopo la guerra affermò di aver rischiato in prima persona per salvare i disabili dallo sterminio e fu dipinto come una sorta di Oskar Schindler della psichiatria. Ma la ricostruzione di Sheffer racconta una storia ben diversa: Asperger fu infatti profondamente influenzato dalla medicina nazista e arrivò a disporre per molti bambini il trasferimento a Spiegelgrund, l'ospedale psichiatrico infantile divenuto sotto il Terzo Reich un «centro dell'orrore».