Risguardo di copertina
TREVISO, 1259. LA CITTà è STRETTA NELLA MORSA DELLA CALURA, L'ARIA STAGNANTE TOGLIE IL FIATO. EZZELINO DA ROMANO SIEDE SEVERO SULLO SCRANNO, IL VISO IMPASSIBILE E LO SGUARDO IMPENETRABILE BASTANO A IDENTIFICARLO COME PODESTà SENZA CHE INUTILI ORPELLI RICOPRANO IL CORPO ORMAI CONSUMATO DA MILLE BATTAGLIE. DI FRONTE A LUI, INSIEME A UNA FOLLA MUTA E SBIGOTTITA, LA FORCA. E QUELLO IL DESTINO DEI VENTICINQUE SUDDITI CHE HANNO SCELTO DI PARTEGGIARE PER IL PAPA E CHE HANNO TRADITO LUI, IL LORO PADRONE. MAI NELLA SUA VITA EZZELINO HA MOSTRATO DEBOLEZZA O INDECISIONE DI FRONTE AL NEMICO, E I COLPEVOLI DEVONO MORIRE. MA QUEI POCHI NOBILI, IMPAURITI E QUASI INCONSAPEVOLI DELLA PROPRIA SORTE, NON SONO CHE UNA GOCCIA NELL'OCEANO DEI SUOI AVVERSARI. PERCHé IL PONTEFICE STA SCHIERANDO LE TRUPPE CONTRO DI LUI, PER ANNIENTARE L'ULTIMO BALUARDO DELL'IMPERO, PER UCCIDERE L'ANTICRISTO E LA SUA STIRPE. ANCORA UNA VOLTA EZZELINO SARà COSTRETTO A COMBATTERE IN QUELL'IMPASTO DI DOLORE ED ESALTAZIONE CHE è LA GUERRA, MA QUESTA SARà LA SUA ULTIMA BATTAGLIA.