Risguardo di copertina
Willi ha quattordici anni ed è tedesco. Non sa cosa ci sia scritto sui volantini che suo fratello tiene nascosti in cantina. Sa solo che suo fratello è malato e che deve aiutarlo, così distribuisce i volantini al posto suo. Arrestato dalla Gestapo, deportato a Buchenwald, Willi rimane traumatizzato e perde la memoria; sopravvive solo grazie all'amicizia dei coetanei compagni di prigionia. Passano i mesi, e per lui si prepara la prova più difficile: fino a quel momento la loro vita è dipesa dall'abnegazione di un compagno che scambiava il proprio corpo con cibo, bevande e piccoli 'favori'; ora quel sacrificio viene chiesto a lui... Di nuovo, attraverso il romanzo storico, Helga Schneider sfida se stessa e i lettori, affrontando con coraggio e grandissima delicatezza l'argomento delle molestie sessuali verso bambini e ragazzi nei campi di concentramento nazisti. Al tema della crudeltà e dell'ingiustizia si oppone però anche il valore del compromesso, del sacrificio di sé, dell'amore per il prossimo. Helga Schneider ha scritto questo libro per non far dimenticare gli orrori delle guerre. Per renderne consapevole chi non li conosce. E perché non si ripetano, nel presente e nel futuro. ""L'albero di Goethe" non è un libro sereno e la tematica è per certi versi azzardata, ma fin dalle prime parole l'ho pensato per lettori giovani. Forse perché i ragazzi di oggi non hanno alcuna esperienza diretta della guerra e dei danni arrecati alle popolazioni civili, non solo fisici e materiali, ma anche psicologici e morali. Specialmente quando le vittime sono bambini e adolescenti. Danni talvolta gravissimi e irrimediabili". (Helga Schneider)