Risguardo di copertina
A OTTO ANNI, BETH HARMON SEMBRA DESTINATA A UN'ESISTENZA SQUALLIDA COME L'ORFANOTROFIO IN CUI è RINCHIUSA: SOLA, TIMIDA, BRUTTINA, DIPENDENTE DAI FARMACI, TERRORIZZATA DA UN MONDO CHE NON CAPISCE E CHE NON FA NULLA PER CAPIRLA. FINCHé UN GIORNO SI TROVA DAVANTI UNA SCACCHIERA. GLI SCACCHI DIVENTANO PER LEI NON SOLTANTO UN SOLLIEVO, MA ANCHE UNA SPERANZA: SCHEMI DI GIOCO COME LA DIFESA SICILIANA E IL GAMBETTO DI DONNA ("THE QUEEN'S GAMBIT" è PROPRIO IL TITOLO ORIGINALE DI QUESTO ROMANZO) SONO LE ARMI CON CUI COMINCIA A FARSI PRODIGIOSAMENTE STRADA NEI TORNEI E NELLA VITA. MA SE DA UNA PARTE LA SUA PRECOCE ASCESA ALL'OLIMPO SCACCHISTICO LA PORTA AD AFFRONTARE, A SOLI DICIASSETTE ANNI, IL CAMPIONE MONDIALE, LA MAESTRIA DI GIOCATRICE NON BASTA A LIBERARLA DALLA PAURA, DALLA SOLITUDINE E DALLE TENDENZE AUTODISTRUTTIVE. UN INDIMENTICABILE RITRATTO FEMMINILE, UNA STORIA CHE VIBRA DI SUSPENSE, UN ATTO D'AMORE VERSO IL GIOCO PIù NOBILE E SPIETATO: "LA REGINA DEGLI SCACCHI" è L'ULTIMO CAPOLAVORO DI UNO SCRITTORE CHE è RIUSCITO A NARRARE COME POCHI ALTRI L'ALIENAZIONE, LA SPERANZA E IL RISCATTO.