Risguardo di copertina
"SOGNIAMO CHE UN ALTRO MONDO è POSSIBILE E REALIZZEREMO QUEST'ALTRO MONDO POSSIBILE" AFFERMA LUIS SEPúLVEDA, E LA SUA NON è SOLO UNA DICHIARAZIONE D'INTENTI. LO SCRITTORE CILENO USA, COME CI HA ABITUATI, IL SUO TALENTO DI NARRATORE PER DENUNCIARE LE INIQUITà DEL PAESE IN CUI è NATO E CHE AMA, DI QUELLO IN CUI HA SCELTO DI VIVERE E PIù IN GENERALE DEL MONDO. L'IMPEGNO CIVILE CHE QUI LO SPINGE AD ACCUSARE UN'INFORMAZIONE DROGATA, A DEPRECARE "L'INDEGNO PANTANO CHE è OGGI L'IRAQ", A MALEDIRE LE GUERRE E A INDIGNARSI PER LE VITTIME DELLA TORTURA O DEL FUOCO AMICO HA LA STESSA PROFONDA RADICE UMANA DELL'EMOZIONE CON CUI RICORDA I COMPAGNI E LE COMPAGNE CHE HANNO MILITATO INSIEME A LUI NEI TEMPI FELICI DEL MANDATO DI SALVADOR ALLENDE, O CON CUI OMAGGIA GLI AMICI DI SEMPRE. UN FORTE SENTIMENTO D'UMANITà è, DUNQUE, IL FILO ROSSO CHE UNISCE LE STORIE E LE RIFLESSIONI QUI RACCOLTE, SEMPRE SEGNATE DA UNA CONVINTA, APPASSIONATA PARTECIPAZIONE AL DESTINO DEGLI EMARGINATI, DEI DIMENTICATI, DELLE VITTIME.