Risguardo di copertina
HA DETTO SCIASCIA, A PROPOSITO DI 'ADORABILE': "PUò DARSI CHE QUESTA PAROLA IO L'ABBIA QUALCHE VOLTA SCRITTA, E SICURAMENTE PIù VOLTE L'HO PENSATA: MA PER UNA SOLA DONNA E PER UN SOLO SCRITTORE. E LO SCRITTORE- FORSE è INUTILE DIRLO- è STENDHAL". SCIASCIA AVEVA PER STENDHAL UN'AMMIRAZIONE INTIMA E APPASSIONATA (LO LEGGEVA "IN CONTINUA ROTAZIONE", E SEMPRE FACENDO CAPO ALLA "CERTOSA DI PARMA"), IMPARAGONABILE A QUELLA CHE NUTRIVA PER ALTRI AUTORI. UN'AMMIRAZIONE CHE è ANZITUTTO MIMESI, IDENTIFICAZIONE- E CHE COME TALE CORRE, SIMILE A UN FIUME SOTTERRANEO, IN MOLTI SUOI ROMANZI-, MA CHE, SE SI GUARDA AGLI SCRITTI QUI PER LA PRIMA VOLTA RADUNATI, HA ASSUNTO FORME MOLTEPLICI E INASPETTATE. COME OSSERVA MASSIMO COLESANTI, SCIASCIA è STATO INSIEME STENDHALIANO E STENDHALISTA. DA ROMANZIERE HA INTUITO "LE STRUTTURE E GLI SCATTI PSICOLOGICI PIù RIPOSTI" DELLA SCRITTURA DI STENDHAL, MA, DA VERO LETTORE-DETECTIVE, HA ANCHE INDAGATO "I CONGEGNI, LE 'FINZIONI', I TRUCCHI, DI CUI QUELLA SCRITTURA è COSTRUITA", E HA SAPUTO SVENTARE DEPISTAGGI E MISTIFICAZIONI, SMASCHERANDO STENDHAL- E SEGUENDO DUNQUE A RITROSO QUEL PERCORSO, A LUI BEN CARO, CHE MUOVE DALLA CRONACA E SBOCCIA NELL'INVENZIONE.