Risguardo di copertina
"CORRE DAPPERTUTTO, FELICE SINO ALLA PUNTA DEI CAPELLI, E ALLA FINE NON DIVENTA NULLA, SE NON UNA GIOIA DEL LETTORE". COSì SIMON, PROTAGONISTA DEI "FRATELLI TANNER", VIENE DESCRITTO DA KAFKA, CHE NE FU UNO DEI PRIMISSIMI E PIù ENTUSIASTICI LETTORI. SIMON CI APPARE, ALL'INIZIO, COME UN ULTIMO DISCENDENTE DELLA NOBILE STIRPE DEI 'FANNULLONI' CHE, DA EICHENDORFF IN POI, HANNO TRAVERSATO LA LETTERATURA ACCOMPAGNATI DAL SOFFIO CORROSIVO DELL'IRONIA ROMANTICA: CERCA, TROVA E ABBANDONA I LAVORI PIù VARI (MA SEMPRE ANONIMI E SUBALTERNI) CON IRRESPONSABILE DISINVOLTURA, SI LANCIA IN LUNGHE PASSEGGIATE, FANTASTICA, SI GUARDA INTORNO PER LE STRADE, SCRIVE GRANDI LETTERE, ATTACCA DISCORSO, INCROCIA SENZA MAI ARRESTARSI I SUOI FRATELLI E TANTI SCONOSCIUTI, DELL'ESISTENZA DEI QUALI, PROPRIO PERCHè A NULLA, O FORSE AL NULLA, APPARTIENE, RIESCE PER UN POCO A PARTECIPARE COSì INTIMAMENTE COME NEPPURE LORO STESSI SAPREBBERO. LA SUA GIOIA è NEL SENTIRSI 'DEBITORE' ANCHE SE NON HA NULLA E NULLA GLI VIENE DATO. E QUANDO DIRà: "LA LOTTA DELLA POVERA GENTE PER UN PO' DI PACE, INTENDO LA COSIDDETTA QUESTIONE OPERAIA", SAPREMO CHE, DI Là DELLA LORO MIRABILE IRONIA, QUESTE PAROLE SONO FRA LE PIù DURE E INAPPELLABILI CHE MAI SIANO STATE DETTE 'CONTRO' LA SOCIETà.