Risguardo di copertina
L'ULTIMO, GRANDE LIBRO DI TOMIZZA CHIUDE IL LAVORO DI UNA VITA NEL SEGNO DI UN ESTREMO ATTACCAMENTO GEOGRAFICO E TEMATICO. LE TERRE CHE ALLO SCRITTORE ISPIRARONO PER DECENNI PAGINE, STORIE, PERSONAGGI, UTOPIE, RITORNANO INFATTI IN QUESTO ROMANZO POSTUMO, CHE SA ESSERE INSIEME CORALE E PERSONALE. A PARTIRE DALLA FONDAZIONE DI UNA COLONIA DI DALMATI E DI ALBANESI, RIPARATI IN ISTRIA NEL SEICENTO PER SFUGGIRE AI TURCHI, SULLO SFONDO DEL PAESAGGIO ISTRIANO SFILANO GRANDI MUTAMENTI STORICI, POLITICI E SOCIALI FINO ALL'ULTIMO CAPITOLO CHE SI APRE CON IL SENTIMENTO, NATO NEL CUORE DEL NARRATORE, PER UNA GIOVANE STUDENTESSA DI ZARA. SARà LA STORIA A OBBLIGARE IL PROTAGONISTA A SCEGLIERE TRA I DUE POLI DI UNA VITA SEMPRE DIVISA E LACERATA, CONDANNANDOLO ALLA PACE, ALLA MALINCONIA INGUARIBILE CHE CONOSCE SOLO CHI DALLA VITA HA RICEVUTO LO SPASIMO DELLA FELICITà TANTO PIù BELLA QUANTO PIù INSTABILE E BREVE.