Risguardo di copertina
A pochi anni dalla sua conclusione, il Novecento non pare affatto intenzionato a finire. E il secolo che ha consumato più storia, più ideologia, più religioni, più tecnologie di ogni altro. E il secolo delle grandi rivoluzioni (quelle comuniste, quelle fasciste, quella tecnologica) ma anche il secolo delle disillusioni altrettanto grandiose. E così, mentre la prima metà del Ventesimo secolo è passata all'insegna delle magnifiche sorti e progressive dell'umanità, la seconda è trascorsa nel raccogliere i cocci del disincanto. Ma i paradossi non finiscono qui. Nel Novecento sono cresciute a dismisura sia la speranza di vita dell'umanità, favorita dal benessere che si è diffuso in sempre più ampi strati sociali grazie ai progressi delle scienze, sia le minacce di annientamento, di distruzione, di morte. È stato dunque un secolo sterminato e sterminatore: sterminato perché affollato da una legione di sconvolgimenti, di fedi, di delusioni; sterminatore non solo perché costellato di crimini e stragi ma anche perché riesce difficile, dopo di esso, pensare un futuro possibile e verosimile.