Risguardo di copertina
NATO DA UNA TERRIBILE ESPERIENZA PRIVATA DELL’AUTRICE, LA MORTE DI UNA FIGLIA, PAULA è FORSE IL LIBRO PIù SOFFERTO E IMMEDIATO DI ISABEL ALLENDE, PIù VICINO ALLA FRAMMENTARIA INTIMITà DEL DIARIO E DEL RACCONTO ORALE, CHE NON ALLE SORVEGLIATE ARCHITETTURE DEL ROMANZO. QUI ISABEL NON INVENTA NIENTE, E NEANCHE TRASFIGURA, COME INVECE LE RIESCE SOLITAMENTE BENISSIMO, I DATI REALI DEL VISSUTO SUO O DELLA PROPRIA FAMIGLIA: QUI ALLA CRONACA ASCIUTTA, CARICA DI DOLORE IMPLOSO, DELLA MALATTIA, DEL COMA, E DELLA MORTE DELLA FIGLIA PAULA - UNA VENTOTTENNE FELICE, INNAMORATISSIMA DEL MARITO E DEL SUO LAVORO - SI FONDE IL RESOCONTO DI UNA «LEGGENDA FAMILIARE» CHE LA MADRE NARRA ALLA FIGLIA DURANTE IL LUNGHISSIMO COMA DELLA RAGAZZA; «COSì», DICE, «QUANDO TI SVEGLIERAI NON TI SENTIRAI TANTO SPERDUTA». PAULA MUORE IL 6 DICEMBRE 1992, E IL LIBRO ESCE NEL 1994, SCRITTO DUNQUE A RIDOSSO, SE NON ADDIRITTURA NEL CORSO, DELLA TRISTISSIMA VICENDA. LETTERATURA COME TERAPIA, DUNQUE, O COME ESORCISMO, PARZIALE E PROVVISORIA CONSOLAZIONE, DI UNA TRAGEDIA ALTRIMENTI INSOPPORTABILE. ED è UN PATHOS ASSOLUTAMENTE GENUINO QUELLO CHE SI SPRIGIONA DA QUESTE PAGINE PRIVATISSIME E INSIEME UNIVERSALI, UN PATHOS CHE COINVOLGE E COMMUOVE, COME PROVANO LE INNUMEREVOLI LETTERE GIUNTE ALLA ALLENDE DA TUTTO IL MONDO DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL ROMANZO (LETTERE POI DA LEI SELEZIONATE E PUBBLICATE, NEL 1997, COL TITOLO PAULA. LETTERE DAL MONDO). MA è PURE, E FORSE INVOLONTARIAMENTE, UNO STRENUO ESERCIZIO DI SUBLIMAZIONE, CHE RIAFFERMA SENZA AMBAGI IL VALORE MORALE DELLA SCRITTURA LETTERARIA DI FRONTE ALLA QUOTA DI MALE CHE TOCCA VIVERE.