Risguardo di copertina
Il romanzo “La tela di ragno” uscì a puntate dal 7 ottobre al 6 novembre 1923 sul quotidiano socialista viennese «Arbeiterzeitung». Soltanto due giorni dopo la sua interruzione – l’opera doveva infatti rimanere incompiuta – Adolf Hitler tentava il suo primo, fallito colpo di stato, il famoso putsch di Monaco, e questo può spiegare senz’altro meglio di ogni altra circostanza il quadro storico da cui scaturisce la figura del protagonista di questa straordinaria narrazione, Theodor Lhose, un mediocre ufficiale tedesco della grande guerra roso dall’invidia e assetato di potere che, come ha scritto Claudio Magris, «percorre tutte le tappe dell’abiezione personale e politica, sullo sfondo di una Germania insanguinata dalle squadre di Ludendorff». Accanto a lui sfilano gli altri personaggi, dal ‘detective’ Klitsche al dottor Trebitsch, dal principe Heinrich a Benjamin Lenz, vero ‘alter ego’ di Theodor, «ebreo di Lodz, assoldato come spia da un centro d’informazioni e spionaggio durante la guerra». Uomini devastati dalla loro stessa pochezza umana, frutti famelici di un’epoca che sta sempre più sprofondando nella violenza cieca. Un romanzo davvero impressionante per lucidità e intensità, e insieme un’agghiacciante preconizzazione degli orrori del nazismo.