Risguardo di copertina
in un tempo non precisato, su un'isola senza nome l'intera popolazione progressivamente smette di ricordare. come per un'inspiegabile epidemia della memoria, sparisce l'idea di qualcosa, quindi sparisce la cosa stessa. un giorno dopo l'altro, l'epidemia colpisce tutto e tutti. nottetempo un guizzo inatteso, e gli uccelli è come se non esistessero più: cancellati dalla mente, vibrano nell'aria come meteore senza senso. che cos'erano le fotografie e i francobolli, cosa i frutti del bosco e le caramelle? che cos'era il suono del carillon, cosa il profumo delle rose? dimenticati, i fiori vengono gettati nel fiume, per sbarazzarsi di ciò che è inutile oramai. gli abitanti dell'isola non ricordano più i traghetti, non sanno più andarsene. gli abitanti dell'isola non ricordano più la funzione di gambe e braccia, non sanno più muoversi. gli abitanti dell'isola bruciano i libri su un rogo per disfarsi di quegli oggetti di carta che nessuno è in grado di usare. la polizia segreta vigila sull'oblio collettivo, perseguitando chi, per cause misteriose, non riesce a dimenticare. vigila e perseguita chi dei libri vorrebbe ancora servirsi, come un'autrice e il suo editore, impegnati a difendere la memoria attraverso la narrazione scritta, ultimo baluardo contro la cancellazione della coscienza. nell'isola dei senza memoria di yoko ogawa la dimenticanza si fa regime totalitario, sistema di sorveglianza, come nelle migliori distopie e nelle peggiori deviazioni del reale. una fiaba allegorica e oscura, terribilmente vera, sul potere della memoria e la devastazione generata dalla sua perdita, che equivale alla perdita dell'umanità; sulla speranza della letteratura come ultima traccia del nostro labile passaggio sulla terra. yoko ogawa scrive così il surreale libro nero di un mondo in cui il divenire è svuotamento e la vita persecuzione; in cui alienazione e separazione dal senso sono le uniche costanti nel buio grottesco della natura umana.
Risguardo di copertina
un'aspirante scrittrice si trasferisce in un nuovo appartamento e scopre che l'anziana padrona di casa coltiva strani ortaggi a cinque dita. un chirurgo affermato è avvicinato da un'affascinante cantante di pianobar, che cerca un rimedio per la mostruosità del suo cuore. intanto, una brama violenta muove un solitario artigiano di borse, disposto a tutto pur di avere quel cuore prodigioso. sullo sfondo, una residenza vetusta divenuta un museo della tortura: in giardino un'enorme tigre del bengala sta morendo, e forse anche il vecchio custode della villa, insieme ai suoi segreti. undici storie parallele, un'unica mano invisibile che ne regge i fili: la recondita diabolicità dell'essere umano. madri e figli, vittime e amanti clandestini, assassini e anonimi passanti, i destini si intersecano in una rete sempre più nera e inquietante di enigmi e indizi. una prosa tagliente e raggelante, un'immaginazione lugubre che richiama il giro di vite e i racconti di poe, un'ossessione sinistra per i dettagli: yoko ogawa non lascia nulla al caso. in "vendetta" non ci sono spazi neutrali, tutto converge e partecipa silenziosamente allo svolgimento dell'azione. pinzette per sopracciglia, camici, frigoriferi, ceste di pomodori: ecco gli strumenti scelti per tessere la ragnatela della perversione, sempre celati dall'alibi della loro quotidiana innocenza. quando desiderio e istinto collidono, il lato oscuro dell'uomo prende il sopravvento, provocando una catena di efferatezze.