Risguardo di copertina
d'importanza capitale nel panorama letterario del secondo novecento, l'opera e la figura di elio vittorini sfuggono a un'analisi che tenti di imbrigliare e l'una e l'altra in confini delimitati: critico, traduttore, romanziere, politico, organizzatore culturale ed editor, la sua presenza e invadenza garantivano alcune certe direttive. era quindi un personaggio fascinoso e scomodo. forse anche come padre. così perlomeno lo coglie, con affetto, garbo e ironia, il figlio demetrio, nato in contingenze sfavorevoli, non voluto, ma poi amato da un genitore che era piuttosto un compagno favoloso, un 'grande meaulnes' ardito e curioso. queste memorie scarne, pudiche hanno il fascino di alcuni romanzi morantiani, perchè tutto si carica, nel passare degli anni, di sostrati favolosi, di luoghi mitici: la siracusa del primo novecento ancora intatta fino agli anni cinquanta; gorizia e le serve carnioline abbondanti di seni e di fianchi; firenze e l'avventura letteraria, montale, pratolini e il contorno marino della versilia; milano e la resistenza prima e poi l'attività culturale. infine la morte, precoce, accolta con sfida e dignità.