Risguardo di copertina
come è possibile che un ospedale italiano perda il rene di un paziente tra la sala operatoria e il laboratorio in cui doveva essere analizzato? chi potrebbe credere che due anziani vivano con una cabina dell'enel dentro casa, tra la cucina e la camera da letto? è accettabile che una suocera in lite con la nuora chieda i contributi come colf per aver accudito il proprio nipotino e un tribunale occupi tempo, uomini e denaro pubblico per esaminare la sua richiesta? è possibile che un condominio di roma scopra che nelle proprie cantine è nata una moschea abusiva? o che un affittuario moroso venga sfrattato ma lasci nell'appartamento più di cento cani, che ora il proprietario dell'immobile è costretto per legge a sfamare ogni giorno? che una donna scopra che il proprio marito, da cui è separata ma non divorziata, sia bigamo, essendosi risposato negli stati uniti con il beneplacito del nostro consolato? queste e tante altre storie surreali eppure reali affrontate dal programma "mi manda raitre", ri-raccontate a distanza di mesi o anni dalla denuncia televisiva, per capire che cosa è accaduto nel frattempo.
Risguardo di copertina
la vicenda che andrea vianello si è deciso a raccontare è la storia di un ictus, del suo ictus. nel caso specifico si è trattato di un'ischemia cerebrale che ha colpito il lato sinistro del cervello, causata da una dissecazione della carotide. una brillante operazione d'urgenza, nonostante una gravissima complicazione sul tavolo operatorio, è riuscita a tenerlo nel mondo dei vivi, ma nulla ha potuto rispetto al danno che si era già propagato: di colpo le sue parole erano perdute. o meglio: nella sua testa si stagliavano chiare e nette come sempre, ma all'atto pratico uscivano in una confusione totale, fonemi a caso, ingarbugliate e incomprensibili. una prospettiva terribile per chiunque, ma ancora di più per lui, che delle parole ha fatto un'identità e un mestiere, quello di giornalista televisivo. "ogni parola che sapevo" è un viaggio in un inferno molto diffuso, l'ictus e i suoi danni, che a volte presenta un percorso terapeutico e riabilitativo che non esclude il ritorno. questo libro racconta e dimostra che le parole che vianello sapeva sono state in qualche modo tutte recuperate. ma l'aspetto interessante, che fa della sua testimonianza una storia da leggere, è che a quelle che già sapeva vianello ne ha aggiunte di nuove. le parole che raccontano il calvario personale di chi scopre la sua vulnerabilità fisica, quelle che descrivono la brutta sensazione di ritrovarsi esposto in poche ore dai riflettori di un studio tv ai meandri inestricabili della sanità pubblica. quelle che bisogna trovare per continuare a combattere ogni giorno, tutti i giorni, contro gli strascichi dell'evento subito, anche quando è stato superato. ma pure quelle degli affetti, a volte sopite o date per scontate, e che invece possono riempire un intero vocabolario.