Risguardo di copertina
"ancora oggi non gli piace essere definito un ex calciatore. è stato solo un periodo della sua vita scorticata; s'è divertito, ha fatto divertire i suoi tifosi (gli allenatori molto meno). se le carte d'identità consentissero queste licenze, sulla sua alla voce professione dovrebbe esserci scritto: sopravvivente. non ha fatto altro, in pratica. sopravvivere a un'infanzia molto triste, in un collegio da poveri, e poi al mondo del calcio, che già ai suoi tempi mandava lampi dorati. l'oro tendeva a cadere su chi accettava le regole, su chi era un buon professionista. non su vendrame, quindi." così scrive gianni mura nell'introduzione a questo nuovo libro di ezio vendrame, talento anarchico del calcio italiano degli anni settanta. "'e lasciatemi divertire' era il suo cartiglio ideale, steso sulla domenica ma anche sugli altri giorni della settimana. vietato bere alcolici? beveva come una spugna. vietato fumare? fumava. sommamente vietato uscire dal ritiro per andare a donne? era sempre fuori. anche per questo non è diventato un campione, ma soprattutto perché ha capito fin da giovane che per diventare un campione avrebbe dovuto uccidere se stesso o quantomeno soffocare la sua voglia di libertà. che a volte era desiderio di trasgressione ma più spesso voglia di libertà, semplicemente." donne, musica, poesia, calcio, gente comune: questi sono solo alcuni degli ingredienti che danno corpo ai brevi racconti di ezio vendrame, ora ingenui ora sornioni, ora ironici ora dissacranti: mai semplici esercizi letterari. vendrame, quando scrive, "non ondeggia, non finta, non dribbla, non cerca il colpo a effetto né il numero da foca". semplicemente si specchia in se stesso. e l'immagine è quella di un uomo affamato di autenticità e assetato di vita fino allo spasimo.