Risguardo di copertina
nel 2003 il sergente brian turner è a capo di un convoglio di soldati nel deserto iracheno. dieci anni dopo, a casa, accanto alla moglie addormentata ha una visione: come un drone sulla mappa del mondo, sorvola bosnia e vietnam, iraq, europa e cambogia. figlio e nipote di soldati, le sue esperienze si fondono con quelle del padre e del nonno, con i giochi da bambino e le vite degli amici caduti in battaglia. così, tutti i conflitti si dispiegano sotto di lui in un unico, immenso, territorio di guerra e violenza. nel 2003 il sergente brian turner diventa un poeta e quando, dieci anni dopo, la visione torna nella sue notti insonni, grazie alla poesia riesce a raccontarla così da accettarne la memoria - una memoria tanto grande che l'america non basterebbe a contenerla, e che sfrega l'anima fino a scorticarla. liberata la nostalgia, la compassione e il desiderio di verità, "la mia vita è un paese straniero" racconta in diretta le azioni, le esercitazioni, i vuoti e i rumori, la paura e il coraggio, la tragedia e la gioia dei ritorni. e riconnettendo vita e poesia, orrore e morte, riesce a dire della guerra le parole che mancano, quelle capaci di riallacciare il filo del senso a quello del silenzio.