I DIAMANTI DI EUSTACE - PARTE 1
Genere: ROMANZO
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
lizzie greystock «se l’è cavata molto bene». unica orfana di un ammiraglio indebitato, meno che ventenne ha sposato florian eustace, nobile e ricchissimo, già malato al tempo del matrimonio, il quale dopo pochi mesi l’ha lasciata vedova, in attesa dell’erede. lizzie è considerata da molti la prima bellezza di londra ed è una vedova con un’enorme rendita; tutti sono convinti che la vedovanza durerà molto poco. invece qui terminano i suoi successi. manca dell’innocenza e della docilità che più di ogni altra virtù attraggono i maschi della epoca vittoriana. mentre le signore della buona società si concentrano sui difetti che la segnano, la considerano velleitaria, ipocrita, bugiarda, volitiva, intelligente, recita visibilmente una parte amabile. gli spasimanti cadono a uno a uno. ma più di tutto le è di ostacolo un gioiello, una sontuosa collana di diamanti, «una fortuna – dice l’autore – per un figlio minore» di famiglia altolocata. assieme a un castello in scozia e a una rendita di quattromila sterline, gliela lasciò il marito come proprietà personale, essendo destinato all’erede tutto il resto del patrimonio di famiglia: così lei sostiene in pubblico e in privato. ma per i potenti eustace non è così: in base ai complicati (e misogini) codici ereditari, la collana è «un gioiello di famiglia», inalienabile. la disputa legale, mondana ed etica che ne segue è tanto ingarbugliata e scandalosa da affascinare tutti i salotti e tutte le famiglie e da intrecciarsi con tutte le vicende, per causa della collana legami consolidati si rompono, alleanze inattese si saldano. mentre si complica la lite, lizzie continuerà a tenere la sua corte, così come faranno tutti gli altri casati di lord, parlamentari, vescovi e decani della chiesa alta. perché l’obiettivo di trollope è descrivere le classi dirigenti della società a lui contemporanea e lo fa realizzando un affresco di grandi dimensioni, in parte sociale, in parte psicologico, in parte di pettegolo intrattenimento. è stato detto che i romanzi di trollope procedono come un lento fiume maestoso. dalla sua prosa, densa di distaccato umorismo, non trapela mai un giudizio valutativo. però in una società dove tutti devono apparire guidati dai nobili sentimenti e dove la rispettabilità è eretta a massimo valore, spicca in contrasto il denaro quale dominatore assoluto, tra matrimoni di interesse e ragionieristica contabilità del peso finanziario di ciascuno. e proprio colei che ha la reputazione della più avida, è forse la più disinteressata materialmente. forse per lei la collana non equivale a una montagna di quattrini. è potere, è indipendenza.
I DIAMANTI DI EUSTACE - PARTE 2
Genere: ROMANZO
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
lizzie greystock «se l’è cavata molto bene». unica orfana di un ammiraglio indebitato, meno che ventenne ha sposato florian eustace, nobile e ricchissimo, già malato al tempo del matrimonio, il quale dopo pochi mesi l’ha lasciata vedova, in attesa dell’erede. lizzie è considerata da molti la prima bellezza di londra ed è una vedova con un’enorme rendita; tutti sono convinti che la vedovanza durerà molto poco. invece qui terminano i suoi successi. manca dell’innocenza e della docilità che più di ogni altra virtù attraggono i maschi della epoca vittoriana. mentre le signore della buona società si concentrano sui difetti che la segnano, la considerano velleitaria, ipocrita, bugiarda, volitiva, intelligente, recita visibilmente una parte amabile. gli spasimanti cadono a uno a uno. ma più di tutto le è di ostacolo un gioiello, una sontuosa collana di diamanti, «una fortuna – dice l’autore – per un figlio minore» di famiglia altolocata. assieme a un castello in scozia e a una rendita di quattromila sterline, gliela lasciò il marito come proprietà personale, essendo destinato all’erede tutto il resto del patrimonio di famiglia: così lei sostiene in pubblico e in privato. ma per i potenti eustace non è così: in base ai complicati (e misogini) codici ereditari, la collana è «un gioiello di famiglia», inalienabile. la disputa legale, mondana ed etica che ne segue è tanto ingarbugliata e scandalosa da affascinare tutti i salotti e tutte le famiglie e da intrecciarsi con tutte le vicende, per causa della collana legami consolidati si rompono, alleanze inattese si saldano. mentre si complica la lite, lizzie continuerà a tenere la sua corte, così come faranno tutti gli altri casati di lord, parlamentari, vescovi e decani della chiesa alta. perché l’obiettivo di trollope è descrivere le classi dirigenti della società a lui contemporanea e lo fa realizzando un affresco di grandi dimensioni, in parte sociale, in parte psicologico, in parte di pettegolo intrattenimento. è stato detto che i romanzi di trollope procedono come un lento fiume maestoso. dalla sua prosa, densa di distaccato umorismo, non trapela mai un giudizio valutativo. però in una società dove tutti devono apparire guidati dai nobili sentimenti e dove la rispettabilità è eretta a massimo valore, spicca in contrasto il denaro quale dominatore assoluto, tra matrimoni di interesse e ragionieristica contabilità del peso finanziario di ciascuno. e proprio colei che ha la reputazione della più avida, è forse la più disinteressata materialmente. forse per lei la collana non equivale a una montagna di quattrini. è potere, è indipendenza.
LADY ANNA
Genere: ROMANZO
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
instancabile narratore, sia per il numero di romanzi scritti (quarantasette), sia per la loro mole, sia per la preferenza riservata ai cicli di famiglie e di città in cui intrecciare avventure complicate, anthony trollope è, assieme a thackeray e a dickens, un classico dell'età vittoriana e le sue opere offrono lo spaccato di forse più meticolosa precisione descrittiva della realtà sociale dell'epoca. a differenza di gran parte della sua opera, lady anna non si colloca entro un ciclo (i cosiddetti "ciclo del barsetshire" e "ciclo di palliser", i più popolari). lui lo considerava "il migliore romanzo che io abbia mai scritto! ", eppure non ebbe il successo degli altri tra il pubblico dei contemporanei, per la ragione che lo rende a noi più interessante. racconta di un intricato processo per il riconoscimento di un lascito ereditario e di un titolo nobiliare a una giovine, intorno al quale si accumulano vicende e peripezie di ogni tipo, e dietro il quale si cela e si muove in realtà una contesa ideologica: quella tra i diritti della nobiltà di nascita e le pretese del merito borghese. un tema scabroso che gli ambienti vittoriani non amavano dover dibattere. e questo aggiunge forza di verità alla trollopiana gigantografia delle classi dirigenti di quel tempo. con una nota di remo ceserani.