Risguardo di copertina
nell'anno delle celebrazioni per i quattrocento anni dalla prima edizione de "la storia di don chisciotte della mancia" (1605) il poeta, saggista e scrittore spagnolo trapiello ricostruisce, con il ritmo di un vero e proprio romanzo, le diverse vite di cervantes: soldato, esattore delle tasse, uomo ai margini della legge, scrittore e letterato.molte biografie, persino quelle più fortunate al momento della loro apparizione, passano nel ripostiglio dell'erudito in non più di una sessantina d'anni, superate da altre più aggiornate. ve ne sono alcune però in grado di sfidare davvero il corso del tempo, come la biografia che stendhal scrisse su rossini, un libro così appassionato e sincero che, a centosettanta anni dalla sua pubblicazione, resta di gran lunga il volume migliore mai apparso sulla vita del grande musicista. stendhal, del resto, ha forse dato il consiglio migliore a uno scrittore in generale, non solo a quello di biografie: "bisogna azzardarsi a sentire", ha detto, a essere, cioè, servo e padrone dei propri sentimenti. scrivendo questa biografia di cervantes, andrés trapiello ha cercato di seguire questa indicazione, e di restituire in queste pagine qualcosa della vitalità che trabocca dall'esistenza dell'autore del don chisciotte. della vita di cervantes si conoscono più o meno i capitoli salienti. si sa che nacque probabilmente a alcalà de henares il 29 settembre 1547 da una famiglia modesta; che nel 1569, dopo un duello, riparò in italia dove pubblicò alcune elegie; che combatté a lepanto in un reggimento spagnolo e fu ferito perdendo l'uso della mano sinistra - di qui il soprannome di "el monco de lepanto" -; che fu catturato dai pirati barbareschi e tenuto in cattività; che ebbe un matrimonio infelice e fu rinchiuso in carcere a siviglia per debiti. una vita, insomma, segnata da costanti infortuni nella spagna dell'impero, della conquista, della santità e del 'siglo de oro', ma anche della fame, della mendicità, della peste, degli omicidi a ogni angolo di strada, dell'inquisizione e dell'oscurantismo religioso, della pirateria, della burocrazia e della corruzione giudiziaria, del classismo inamovibile, della schiavitù... cervantes avrebbe potuto essere un uomo bilioso in tutto: sentimento e stile, e tuttavia non lo fu affatto. ci ha lasciato, anzi, personaggi la cui maggiore umanità è quella di cercare e trovare contentezza nell'avversità e nelle afflizioni, convenienza nella miseria e speranze nei presentimenti che scuotono le nere circostanze della loro vita. cervantes chiamò tutto questo "levità". ed è questa levità, innanzi tutto, che trapiello trasmette in queste pagine al lettore, ricostruendo le diverse vite di cervantes e illuminando l'esistenza di un uomo che resta la maggior gloria e il maggior enigma della storia letteraria spagnola.