Risguardo di copertina
mattia torre ci ha abituati al sale e all'intelligenza della sua scrittura, ci ha raccontato le donne, ci ha raccontato gli uomini, le coppie, i figli, le miserie e il mistero della vita sociale, i miracoli e gli abissi della sanità pubblica, ci ha detto i sentimenti che frusciano dietro il cinismo del mondo dello spettacolo, ci ha dato sempre una grande occasione di pensare, e persino di riconoscerci vivi nel catalogo degli uomini. è quello che accade in questi scritti che mattia torre ha lasciato e che noi lasciamo così come sono stati trovati: formidabili scatti narrativi, dialoghi, monologhi, il folgorante senso del mondo messo al servizio di amici attori, di ipotetici sviluppi nel cinema, nella narrativa. insomma una vera sorpresa, e una vera miniera di occasioni felici destinate ad accompagnarci ancora a lungo, dopo il successo di "in mezzo al mare".
Risguardo di copertina
l'insensatezza del mondo, l'ossessione per il cibo, la macchina faticosa e perfetta del corpo femminile, lo sport nazionale dello scaricabarile, il mito della ricchezza e del potere, la scommessa del cinismo contro la bontà, i figli, tormento e beatitudine. mattia torre è un grande raccontatore per voce sola. nel corso degli anni scrive monologhi per tanti attori italiani e ogni volta ci mette davanti alla sconcertata evidenza delle fragilità e delle dissonanze dell'umana esistenza. la sequenza di questi "sette atti" rivela, fuori dalla scena in senso stretto, la complessità e la felicità narrativa di un autore a cui piace misurare, fotografare, reinventare il teatro del mondo. si esce dall'insinuante e chirurgica esattezza di queste voci con la consapevolezza di abitare una società incosciente e malata, così incosciente e così malata da suscitare il riso e una bella, non rassegnata, compassione.