Risguardo di copertina
paragonato ai "buddenbrook" di thomas mann, ma tanto più scanzonato e allegro, "la matriarca" di g.b. stern narra l'ascesa e il declino della famiglia rakonitz, ebrei cosmopoliti che hanno girovagato per l'europa prima di stabilirsi a londra. la loro numerosissima tribù ruota attorno ad anastasia, la matriarca. e lei che comanda tra le mura di casa e sovrintende al destino di fratelli, figli, cugini, nipoti, per non parlare delle sventurate nuore. e sarà pure vero che in sinagoga le donne sono relegate in un angolo, e che la loro sola missione sembra essere quella di sfornare figli, possibilmente maschi, però nella vita dei rakonitz sono loro - energiche, presuntuose, loquaci, a capo di enormi tavolate piene di cibo - a decidere. per un secolo intero, dalle campagne napoleoniche alla prima guerra mondiale, è tutto un susseguirsi di matrimoni e bar mitzvà, amori e disincanti, guadagni e fallimenti. pagina dopo pagina, nel tono tipico dell'umorismo ebraico, capace di sorridere anche in mezzo alle tragedie, si procede al ritmo incalzante della vita. postfazione di susanna nirenstein.