Risguardo di copertina
nel tuffatore convivono eleganza e passione per il rischio. raul gardini aveva imparato da ragazzino a tuffarsi dal molo di ravenna. bello, seduttivo, sempre abbronzato, erede acquisito di una delle più potenti famiglie industriali italiane, aveva l’ambizione di cambiare le regole del gioco e la spregiudicatezza per farlo. spinto dal desiderio, dall’ossessione di andare più dritto e veloce verso la risoluzione di qualsiasi problema. a qualunque costo. elena stancanelli racconta la parabola di raul gardini come il romanzo di una generazione scomparsa, fatta di uomini sconfitti dalla storia, fieri del loro coraggio, arroganti, pronti a rischiare fino all’azzardo. uomini a cui era difficile resistere. la vicenda di un imprenditore partito da ravenna per conquistare il mondo entra nella vita e nei ricordi della scrittrice, intreccia le canzoni di fabrizio de andré, si muove sullo sfondo di una provincia romagnola tra fantasmi felliniani, miti eroici, ascese improvvise e cadute rovinose. intorno, i sogni di gloria di un paese che guarda all’uomo della provvidenza con speranza prima, e con sospetto poi. fino a quando tutto crolla. e il tuffatore resta lassù, da solo, sospeso in volo tra la vita e la morte.
Risguardo di copertina
anna è una donna intelligente, bella, con un lavoro interessante, ma di colpo tutto questo non serve più. dopo cinque anni la sua storia d'amore con davide affonda in una palude di tradimenti, bugie, ricatti. e la sua vita va in pezzi. si trasforma in un'isterica, non dorme, non mangia, fuma e si ubriaca ogni sera per riuscire ad addormentarsi. compulsivamente inizia a frugare nel telefonino di lui nelle chat, sui social. non sa cosa sta cercando, non sa perché lo sta cercando. per un anno rimarrà prigioniera di quello che lei stessa chiama il regno dell'idiozia, senza riuscire a dirlo a nessuno. questo racconto è la sua confessione, sotto torma di lettera, a valentina, la sua più cara amica, che l'ha vista distruggersi sera dopo sera. anna dice tutto, senza pudore. i dettagli umilianti e ridicoli, l'ossessione, la morbosità. anna somiglia a tutti noi, che combattiamo questa guerra paradossale che chiamiamo amore. ogni tanto vinciamo, più spesso perdiamo. l'unica cosa su cui possiamo sempre contare, l'unica capace di indicarci i nostri confini, i nostri bisogni, è il corpo. e sarà al corpo che anna si aggrapperà per sconfiggere il dolore.