Risguardo di copertina
bella, ricca, nobile, eppure infelice. da questa biografia, scritta sotto pseudonimo da un'amica di grace vicina alla famiglia ranieri, emerge una versione inedita, appassionante e spesso sorprendente della favola della principessa-attrice. dei figli difficili da tenere a bada, un marito troppo freddo, distratto, e forse non proprio fedele, il sogno interrotto del cinema, un veto di corte (e sembra anche di de gaulle e del papa) per un nuovo film con hitchcock. la bella grace, rivela l'autrice, arrivò anche progettare il divorzio, ma decise di rinunciarvi per un blindatissimo contratto prematrimoniale che prevedeva l'affidamento dei figli al marito. prigioniera di una gabbia dorata, aveva confessato a un amico di sperare nell'arrivo di un principe che potesse strapparla alla solitudine e restituirle la gioia di vivere. quel principe, si scopre in queste pagine, forse arrivò davvero, e non aveva sangue blu ma i jeans e la polo sbottonata di un regista ungherese di quindici anni più giovane di lei. il libro mette ordine anche fra i mille cuori che grace fece impazzire, dallo scià di persia al figlio dell'aga khan, da clark gable a bing crosby. e in un finale struggente ricostruisce gli ultimi anni della principessa, fra malinconia e problemi di peso, fino al tragico incidente del 13 settembre 1982 con la figlia stéphanie (al volante?). incredibilmente simile a quelle di soraya e di lady diana, la vicenda di grace di monaco mostra la tristezza spesso nascosta sotto la superficie di certe fiabe, il male di vivere strisciante che non risparmia neppure le principesse.