Risguardo di copertina
proposto per il premio strega 2020 da lidia ravera: «"il silenzio dell'acciuga" coniuga la forza e la crudeltà della fiaba con la dolorosa intelligenza del romanzo di formazione. la vicenda si svolge in sicilia negli anni sessanta del secolo scorso e racconta la solitudine di quattro personaggi, emblematici ma mai streotipi. si tratta di gero e tresa, due gemelli di nove anni, maschio e femmina, costretti a vivere dentro questi diminutivi sgraziati. di rosa, la zia trentasettenne, single senza figli, chiamata a prendersi cura di loro e il padre: patriarcale e perdente, capace di imporre alla figlia il rifiuto della sua appartenenza di genere per proteggerla dalla frivolezza tentatrice, al figlio il trionfo della sua, che prevede l'obbligo di sottomettere qualsiasi donna gli capiti a fianco. compiuta la sua sinistra missione, il patriarca scompare. dunque, come nelle fiabe, la madre è morta, il padre è assente e nei giovani orfani l'innocenza si intreccia alla solitudine, la meraviglia al terrore. come nei romanzi di formazione, i personaggi compiono un tratto saliente della loro carriera di esseri umani. gero si muove verso la maschera torva del padre, come fosse inevitabile riceverne il testimone. rosa si muove verso l'apprendimento di una maternità più culturale che naturale. tresa verso la scoperta della femminilità, con le sue croci e le sue delizie. lorena spampinato racconta una storia dolorosa e vitale, con una sensibilità d'altri tempi ai guasti dell'universale maschile e alla umiliazione della differenza femminile. la racconta con uno stile esatto e austero, senza cedimenti, dove ogni parola pare dettata dall'urgenza dell'opera prima ma scelta e soppesata con l'accurata lentezza di chi crede nella letteratura come primo motore di ricerca delle proprie origini, dei modelli di relazione fra umani, del senso e del sentimento del proprio percorso esistenziale.»
Risguardo di copertina
annina ed enza dividono una stanza nella vecchia casa della nonna, in una località non lontana da taormina, ma dove non c’è nulla, se non pochi bar-gelateria e lidi balneari. più grande di annina e ormai una bellezza sbocciata, enza si aspetta un’estate di litigi con la madre e una noia infinita. ma la vacanza delle cugine prende tutt’altra piega con la ricomparsa di bruna: la ragazza più irregolare del paese si porta dentro un lutto e una sete di rivalsa. e conosce benissimo un giro di ragazzi che si arrabattano con espedienti non proprio legali, cresciuti, come sono, in famiglie disagiate e violente. una compagnia che le madri di enza e annina disapproverebbero, se solo scoprissero le uscite notturne delle figlie. eppure persino il capo del gruppo, mirco, si rivela più sensibile e corretto di quanto suggerirebbero i pregiudizi. il pericolo, in realtà, non sono i maschi, ma tutto ciò che sobbolle tra le protagoniste: rivalità, smania di diventare donne, confusione del desiderio. è annina, la più piccola, la meno appariscente, a raccontarci la storia di quella vacanza degli anni novanta che segna un tragico spartiacque: come osservatrice e testimone, e come chi viene di colpo scaraventata nell’età adulta. lorena spampinato ha scritto un romanzo di formazione insolito sia per la costellazione delle figure femminili, sia per uno stile particolarissimo: denso, raffinato, evocativo. l’estate siciliana diventa così un teatro dove sotto lo scorrere delle esperienze adolescenziali le feste, le sfide, il conflitto con le madri emerge una dimensione archetipica: e si finisce ammaliati da quella forza oscura senza tempo.