Risguardo di copertina
una cella, quattro uomini, dieci giorni, una moltitudine di storie: un dottore, un barbiere, uno studente e un vecchio rivoluzionario sono incarcerati in una stanza angusta e gelata nei sotterranei di istanbul. fra gli interrogatori, le torture, il tempo sospeso e l'immobilità forzata cui sono inchiodati, scoprono l'incanto e il potere della parola come unica via di fuga possibile. i protagonisti di questo libro, come nel decamerone, trascorrono il tempo della loro segregazione raccontandosi storie ed è cosi che, in una narrazione corale, svelano il filo che li lega e il motivo per cui si trovano imprigionati: nella istanbul sopra la cella, quella che vive e brulica tra bellezza e orrore, qualcosa sta per accadere, un cambiamento, una rivoluzione... ed è la città, con tutti i suoi contrasti, le sue contraddizioni e le infinite realtà che la compongono, la vera protagonista del libro: la istanbul "di sopra" insieme alla istanbul sotterranea, quella della speranza e della luce mescolata - fin dal titolo - alla sua gemella, quella dell'ombra, dell'arroganza degli uomini, della brutalità del potere.
Risguardo di copertina
burhan sönmez costruisce abilmente un mosaico narrativo le cui tessere, disseminate nel tempo, si incastrano man mano intorno al centro del racconto, la storia dell’intagliatore di lapidi avdo usta, che inanella attorno a sé la catena dei destini incrociati di molte altre vite: quelle della donna amata, dell’uomo dai sette nomi, del marinaio biondo, della cantante di istanbul, della giovane reyhan scampata alla persecuzione politica, del sottotenente che scrive il suo diario nelle trincee di una guerra fratricida… esistenze che si intrecciano in modi spesso segreti con quella di avdo, fatta di pietra e ombra: le pietre che intaglia nel cimitero di istanbul, i contrafforti rocciosi della città in cui è nato, i marmi bizantini e ottomani che si mescolano nelle rovine della storia turca; e l’ombra dell’albero di giuda sotto il quale è seppellita la donna che ha segnato il suo destino, l’ombra delle notti percorse dal canto della civetta, l’ombra del tempo che proietta fantasmi sul passato e sul futuro, in attesa di sciogliere i nodi che legano sottotraccia le cose e le persone, i momenti e i luoghi, le morti e le nascite, dipanando il filo nascosto nella trama del racconto.