I MARITI DELLE ALTRE
Genere: PSICOLOGIA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
in principio era il matrimonio e mai principio fu più disatteso: che l'umanità non sia monogama per natura è il segreto peggio custodito nella storia. ma in principio, almeno, c'erano anche il sano adulterio di una volta, le scuse balorde tipo "vado alle maldive con claudio", gli svergognata mormorati dalle beghine sotto i portici. ora non più. nel frattempo ci sono state la "ragazza con la pistola" monica vitti e mrs robinson nel laureato, l'eterna quasi-tradita melania hamilton di via col vento e l'emblema della cornuta consolatoria hillary clinton, le anacronistiche segretarie di mad men e l'amante redenta camilla parker bowles. oggi a tradire sono soprattutto le donne e l'eterno triangolo si è sfasciato: lui si limita a rimorchiare su facebook sconosciute con le quali non combinerà mai niente, lei ha imparato a rendersi irreperibile per un paio d'ore truccando le notifiche dell'iphone, e l'altra ha smesso da anni di fingersi affranta in attesa di fianco al telefono. com'è successo tutto questo? all'improvviso, come sempre accade: "le cose cambiano di schianto. un attimo prima sei lì che fai la vittima dei condizionamenti sociali e del grande amore infelice, un attimo dopo sei ugo tognazzi". in questo libro duro e singolarmente nostalgico, ad alto potenziale di immedesimazione, guia soncini guida il lettore in un crescendo che alterna pietre miliari letterarie, cinematografiche e musicali con storie crisi, fidanzati illusi, intellettuali raffinatamente cornuti.
L'ERA DELLA SUSCETTIBILITA'
Genere: SOCIOLOGIA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
basta un niente: una canzone di cinquant'anni fa, un film ambientato a metà dell'ottocento, una battuta di oggi - eccola che arriva, l'indignazione di giornata, passatempo mondiale, monopolizzatrice delle conversazioni e degli umori. ogni mattina l'essere umano contemporaneo si sveglia e sa che, al mercato degli scandali passeggeri, troverà un offeso fresco di giornata, una nuova angolazione filosofica del diritto alla suscettibilità, un robespierre della settimana. la morte del contesto, il prepotente feticismo della fragilità, per cui «poverino» è diventato l'unico approccio concesso, e l'epistemologia identitaria, per cui l'appartenenza prevale su qualunque curriculum di studioso, sono solo alcuni tra i fenomeni più evidenti e dirompenti degli ultimi anni, con effetti pericolosi e grotteschi che in altri secoli erano occasionale damnatio memoriae e ora sono quotidiana cancel culture. guia soncini si interroga sulle origini di quest'eterno presente in cui tutto ciò che non ci rispecchia alla perfezione sembra una violazione della nostra identità. ricorda le opere che avevano previsto la dittatura del perbenismo, dal solito orwell al romanzo di philip roth la macchia umana, «la matrice di tutti i disastri d'incomprensione e suscettibilità»; contesta il ruolo dei social come amplificatori di dissenso e indignazione; individua alcune preoccupanti implicazioni politiche: se a sinistra si perde la capacità di non considerare la fine del mondo ogni parola sbagliata, che ne sarà della libertà d'espressione? rimarrà solo alla destra lo spazio per dire di tutto, e non passare le giornate a sentirsi feriti da ogni maleducazione?
QUESTI SONO I 50
Genere: DIARI
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
varcata la soglia innominabile, guia soncini si misura con la sfida più ardua: mostrare cosa succede quando la trasformazione è compiuta e da creatura straordinaria dell’infanzia, convinta che gli adulti siano sempre gli altri, ti ritrovi a essere la più vecchia. in questa serrata e travolgente rassegna, rassicurante «gli imbarazzi di cui ti vergogni a vita sono quasi sempre roba di cui il resto del mondo neppure s’è accorto» e terrorizzante «non dormirete mai più, non digerirete mai più la frittura» si mettono in discussione totem e tabù: «se ci ricordassimo di che incubo era la giovinezza, mica la inseguiremmo». l’obiettivo è capire non solo «chi ci ha convinti che la fine del desiderio sia una condanna e non una liberazione», ma anche: come mai abbiamo smesso di accorgerci che da giovani avevamo torto su tutto? la generazione che può vantarsi di aver inventato la nostalgia anche come professione, «l’unica eredità che lasceremo ai nostri pargoli (assieme al crollo del sistema pensionistico)» è la stessa determinata a non smettere di vestirsi da liceale, a fingere di non sapere neanche a cinquant’anni quel che ignorava a quindici, venti, trenta, a vivere per sempre come fosse in età fertile, a considerare «sei sempre uguale» il massimo complimento. sullo sfondo un’unica, ineludibile domanda: ora che nessuno è più disposto a crescere, quando si comincia a invecchiare?