Risguardo di copertina
all’istituto santa sofia, jacopo è il solo maschio della classe, e a otto anni il suo rapporto con le donne è già complicato. a partire da quello con la madre, che gli fa imparare a memoria versi di majakovskij, spegne i mozziconi di sigaretta nei piatti ed è divorata dalla voglia di vivere. per le suore della scuola è chiaro che quella ragazza con la maglietta troppo corta è all’origine dei comportamenti di jacopo: taciturno, fin troppo interessato alle gambe delle sue compagne e soprattutto fissato con la scrittura. i suoi temi, che hanno sempre lei come protagonista, fanno il giro della scuola. sua madre e suo padre non vivono insieme ma non hanno mai smesso di litigare furiosamente, lei in italiano e lui in napoletano, lui macellaio e lei segretaria della brahms edizioni musicali. una notte, jacopo e la segretaria – cosí lui chiama sua madre – si trasferiscono abusivamente in una palazzina popolare al rione delle mosche: due buste, una scatola, e lo zaino di scuola come unico bagaglio. l’ascensore non funziona e il bagno è senza porta, ma c’è un solo letto in cui dormire: se jacopo dovesse scegliere un momento perfetto della sua vita, indicherebbe quello. nel rione c’è anche la macelleria di suo padre, e il pomeriggio jacopo si chiude nella cella frigo a riempire di parole i fogli per incartare la carne. quella di jacopo è un’educazione sentimentale fallimentare, e a leggerla scappa spesso da ridere. un incontro disastroso dopo l’altro, fino alla catastrofe definitiva: l’incontro con veronica, maestra di meraviglia e di fuga. un romanzo amaro, ironico, abrasivo, che rivela una nuova voce di inusuale freschezza, in cui il sorriso e l’emozione convivono a ogni pagina. gianni solla si fa spazio tra gli scrittori capaci di affrontare il dolore a viso scoperto, con grande fiducia nella letteratura.