Risguardo di copertina
morta nel 1952 e fuori dall'italia dal 1946, elena di savoia non pare destinata a scomparire dalla memoria con l'estinguersi delle generazioni che l'hanno conosciuta. in tutti questi decenni repubblicani si è continuato a parlare di lei. di origine montenegrina, elena petrovich è figlia dei sovrani nicola i e milena vukotich. radicata nella semplicità, quando la principessa elena sposa vittorio emanuele iii, il 24 ottobre 1896, viene chiamata la "paysanne". questo appellativo finirà per meglio tratteggiare la sua personalità: genuina, intelligente, ferma, generosa. disdegnando gala e sperperi regali, la regina ha condiviso le sorti del popolo italiano nei primi cinquant'anni del secolo scorso. pur non ingerendosi mai in questioni politiche, quando lo ha fatto, a titolo personale, è stato solo per la pace: nel 1939 si rivolge, infatti, con un accorato appello alle regnanti d'europa per tentare di fermare il nascere della seconda guerra mondiale. coraggiosa e sovente spiritosa, pone la famiglia al centro di tutto ed è attenta alle vicissitudini delle persone: ha speso energie, viaggi, incomprensioni per essere vicina ai più bisognosi, sia nell'ordinario sia nei momenti più tragici della nostra storia.è una narrazione biografica, questa, che mette a nudo la freschezza di una donna ricca di umanità e dall'alto profilo cristiano.
Risguardo di copertina
"la fede e la carità resero pier giorgio frassati attivo e operoso nell'ambiente in cui visse, in famiglia e nella scuola, nell'università e nella società; lo trasformarono in gioioso ed entusiasta apostolo di cristo, in appassionato seguace del suo messaggio e della sua carità. il segreto del suo zelo apostolico e della sua santità è da ricercare nell'itinerario ascetico e spirituale da lui percorso; nella preghiera, nella perseverante adorazione, anche notturna, del santissimo sacramento, nella sua sete della parola di dio, scrutata nei testi biblici; nella serena accettazione delle difficoltà della vita anche familiari; nella castità vissuta come disciplina ilare e senza compromessi; nella predilezione quotidiana per il silenzio e la 'normalità' dell'esistenza." (giovanni paolo ii)