Risguardo di copertina
"fontane da cui gocce di diamante scrosciano su vasche di mosaico. uccelli multicolori che cantano appollaiati su alberi carichi di frutti. melograni dall'anima di rubino ... su tre lati dell'altopiano si ergono maestose montagne coronate di neve. il quarto lato dà su una valle assolata, dove, scintillante in lontananza, si adagia una città cosparsa di ville e minareti..."la città è kabul, il giardino è il paesaggio di fiaba che popola i sogni di una bambina di origini afgane, cui il padre ha raccontato di quel luogo magico, paghman, dove la sua famiglia ha vissuto per novecento anni, prima di venir costretta all'esilio. a ventun anni, la ragazza parte per il primo di una serie di viaggi alla ricerca della propria identità e delle radici di quell'albero delle storie da cui è cresciuto il mondo mitico e leggendario che il padre, alchimista delle tradizioni famigliari, ha saputo distillare e trasmetterle. la realtà dell'afghanistan non è però il paradiso perduto del quale aveva sognato l'esule, ma l'inferno di una guerra permanente, dove pace significa ormai soltanto disoccupazione. ed è questo inferno che saira shah è venuta a filmare segretamente nel suo ultimo viaggio, sfidando il regime dei talebani. un'appassionante testimonianza sull'attuale situazione dell'afghanistan e la storia di una famiglia le cui origini passano per fatima, figlia del profeta, in un libro sospeso tra una realtà tragica e un meraviglioso patrimonio di miti e leggende, che soli permettono di riconoscere una bellezza nascosta tra le rovine.