Risguardo di copertina
si narra di un dodicenne che in tempo di guerra, per leggersi in pace guerra e pace tutto di fila, si sarebbe applicato col massimo zelo, nei sospetti tepori del suo letto, a strofinare la punta del termometro, e avrebbe saltato sedici giorni di ginnasio." quell'adolescente, che divorava con ingordigia animalesca i romanzi di salgari ("pusher della mia bibliodipendenza") e decantava a voce alta i drammi shakespeariani chiuso nella sua stanza, non ha mai smesso di coltivare la perversa inclinazione a perdersi tra le pagine dei libri. e offre oggi ad altri viziosi un campionario ("una tombola col trucco") delle parole degli autori più amati. ci sono faulkner e saffo, auden, kavafis e hòlderlin, brodskij, cechov e mcewan. e poi virgilio, dante, catullo, gadda, scialoja, fellini, mozart, pessoa e patrizia cavalli. ma anche graffitari ("puoi non buttare l'occhio sui muri che rasenti tornando a casa?"), anonimi estensori di etichette di liquori e di norme di sicurezza dei grandi alberghi, di cui sermonti confessa di subire da sempre il fascino stilistico. e l'almanacco illustrato del calcio 1983, un lascito del figlio bambino che scivola fuori da un armadio con la sua bella copertina "lucida e turchese". il risultato è una carrellata di istantanee sul filo di una passione inestinguibile, una passeggiata a zonzo tra i libri in compagnia di un uomo che ha fatto del vizio di leggere una virtù e un'arte.
Risguardo di copertina
una mattina di maggio del 1945 tre (o quattro) partigiani si presentano col mitra sullo stomaco in un villino zona fiera di milano alla caccia d'un ufficiale della repubblica sociale (o forse di tre), lo scovano, segue un ampio scambio di vedute, e se ne vanno. da questo aneddoto domestico, sincronizzato bene o male ai grandi eventi della storia, si dipanano settant'anni di ricordi di un fratello quindicenne, confusi ma puntigliosi, affidati come sono agli "intermittenti soprusi della memoria": il nero-sangue e il gelo della guerra, la triste farsa di sognarsi eroe, poi il "passaggio dalla parte del nemico" (iscrizione al pci), e poi ancora un titubante far parte per se stesso; e il rapporto di reciproca protezione con il padre fascista; e la famiglia "feudale" della strana mamma; ma anche una collana di amori malriposti, le letture, il teatro, la musica, il calcio, gli amici. testa e cuore però non fanno che tornare a quella mattina di maggio, a quell'ipotesi sospesa, a quell'eccidio mancato. così, nel tentativo di fare i conti con i propri fantasmi, vittorio sermonti ci regala un libro sconcertante, tracciato nella forma di una lunga canzone d'amore per un tu che ha smascherato molti di quei fantasmi del "narrator narrato", e gli dà ancora la voglia di vivere: un libro che è anche la cronaca minuziosa di un paese e di un interminabile dopoguerra...