Risguardo di copertina
un "intervento di routine, una cosa da nulla", si ripete il protagonista ovvero vauro stesso - mentre varca l'ingresso della clinica dove verrà operato. tanto più che si sente in formissima: ma allora perché il personale non vuole sentire ragioni e lo costringe a salire su una sedia a rotelle? e da dove viene quel cigolio fastidioso? dalla carrozzella su cui lo stanno portando nella sua stanza o dalle ruote della bicicletta di fortuna che l'infermiere fahrid costruì un giorno per un ragazzino mutilato dalle mine, lassù sulle montagne afgane, nell'ospedale di emergency? sta di fatto che quello scricchiolio rimette in moto la memoria: da quel momento i ricordi giocano a rincorrersi, tendono tranelli, si susseguono incalzanti nella mente. con l'unica compagnia di una paura inattesa, che ha assunto le sembianze immaginarie di un cagnolino ringhioso, vauro rivive la tragicomica scoperta delle gioie del sesso solitario grazie al disegno della donna di neanderthal su un'enciclopedia per ragazzi, l'amore esacerbato per il padre fedifrago e quello doloroso per una madre ferita. e poi viaggi in luoghi lontani, tra baraccopoli africane e guerre in medioriente, volti di ragazzini afgani e palestinesi, sorrisi, scene drammatiche e spassosi siparietti, in un emozionante alternarsi di lacrime e risate, dolori e gioie. frenetico e variopinto com'è la vita.
Risguardo di copertina
kualid vive con sua madre e suo nonno nella periferia di una kabul dominata dai talebani e devastata dalle guerre. ha dodici anni, lo sguardo sveglio e due incisivi un po' sporgenti che hanno consentito a suo cugino said di affibbiargli il soprannome di "sorcio". si guadagna la vita riempiendo con la pala le buche disseminate sulle strade che portano alla città, sperando in una moneta di ricompensa dai camion di passaggio. ha fantasia kualid, la fantasia di tutti i bambini, o almeno quella consentita a un bambino cresciuto in una zona di guerra. conosce asmar, il serpente di luce che, proiettato dal becco ricurvo di una teiera, lo viene a trovare in ogni notte di luna piena... ma ha un cruccio: non riesce, proprio non riesce a sognare. o meglio, ci riesce a volte di giorno, quando è sveglio, ma quelli tutt'al più sono desideri, gli ha detto suo cugino said, che anche per questo lo prende un po' in giro. è di notte che non riesce a sognare, kualid. non ci è riuscito nemmeno quando ha rubato i nastri delle videocassette che i talebani avevano legato a una mitragliatrice come trofeo, per ricordare a tutti che musica e immagini sono proibite. proibite come gli aquiloni, e come tante altre cose a kabul. sarà l'incontro-scontro con samir, il calligrafo che collabora con gli occidentali che hanno aperto un ospedale in città, a fargli conoscere il mondo dei disegni e dei colori. sarà la scoperta di quel mondo che consentirà a kualid di riuscire finalmente a sognare.