Risguardo di copertina
nello scavo, tra i più esperti e premiati corrispondenti di guerra italiani, raggiunge la capitale ucraina a metà febbraio 2022, quando la minaccia di un attacco russo si fa sempre più insistente, ma ancora in pochi credono possibile un'invasione militare da parte di vladimir putin. da quel momento, registra senza censure il rapido tracollo di una situazione che si fa sempre più pericolosa: la dichiarazione dello stato di emergenza, il trasferimento delle ambasciate, e poi le esplosioni, le colonne di carrarmati, il disperato esodo dalle città. giorno dopo giorno descrive i movimenti delle truppe russe e la resistenza degli ucraini; approfondisce le conseguenze politiche ed economiche dei combattimenti; svela le ragioni ideologiche alla base delle decisioni dei leader. allo stesso tempo non dimentica la dimensione umana del dramma in corso, raccogliendo le testimonianze dirette di chi da un momento all'altro ha dovuto abbandonare la casa, ha perso la famiglia, ha scelto di imbracciare un fucile. kiev è il diario personale di un conflitto nel cuore dell'europa, scritto sul campo da un giornalista chiaro nello spiegare le ragioni di quanti la guerra la decidono, ma soprattutto capace di dare voce a coloro che questa tragedia sono costretti a subirla.
Risguardo di copertina
con una prosa coinvolgente che ha il ritmo del reportage, nello scavo mette in scena una riflessione sui migranti. racconta del viaggio in cui cerca di arrivare dalla somalia all’etiopia ma la guida non lo accompagna, perché troppo pericoloso per un walking dollar; racconta di simba, il bimbo ivoriano soccorso dalla nave mare jonio forzando il blocco del governo italiano, insieme agli altri venti invasori col pannolino e ad altre ottanta persone; racconta dei bambini siriani che ad antiochia lavorano per poche lire al giorno come calzolai, panettieri, raccoglitori di patate; racconta del campo profughi di moira, in grecia, e dei sudamericani che tentano di oltrepassare il confine dal messico verso gli usa, dove i contrabbandieri sono pagati per scagliare al di là del muro, chiusi in sacchi, dei ragazzini come fagotti. un testo che ricorda l’assurdità del concetto di confine, soprattutto quando dall’altra parte c’è un essere umano che ha bisogno di valicarlo.