Risguardo di copertina
erano belle, intelligenti e audaci. avevano ai loro piedi non solo grandi scrittori e poeti, musicisti e pittori - da baudelaire a hugo, da dumas a flaubert, da liszt a rossini, da manet a courbet - ma anche potenti politici, che nei loro salotti colti, brillanti e spregiudicati imbastivano strategie trasversali. e giornalisti, naturali alleati di chi voglia e sappia creare un'immagine. le chiamavano cortigiane, anche se non appartenevano in realtà a nessuna corte. secondo alcuni erano prostitute. secondo altri erano "agenti di borsa con il seno". cambiare spesso finanziatore era forse l'unica forma di indipendenza concessa dal secolo borghese a chi non aveva collocazione sociale, nascendo nel sesso debole, oltre che in povertà. la signora delle camelie, thérèse de paiva, alice ozy, lola montez, mogador, cora pearl, giulia barucci non vendevano solo i loro corpi, ma anche la gioia di vivere, lo smalto della conversazione, il prestigio dei loro inviti, la capacità di movimentare ogni incontro. avevano lo spirito, il denaro e la celebrità, uscivano coperte di perle e camelie, di rose e diamanti. avevano i vestiti più invidiati, gli uomini più desiderati. agili nel muoversi tra un impresario e l'altro di quello spettacolo perenne che erano le loro vite, avevano ciò che affascinava i maschi più del candore dell'incarnato di seta, ciò che mancava alle madri e mogli: una scandalosa libertà. le chiamavano mantenute, ma forse proprio queste donne dell'ottocento sono state antesignane della liberazione della donna nel novecento o quanto meno di quell'evoluzione del costume in cui il novecento riconoscerà l'"emancipazione" femminile. quella delle cortigiane fu però un'emancipazione di un tipo inconfessabile, e forse per questo, anche se immensamente note, sono state a lungo sottovalutate. o forse perché il potere al femminile, in qualunque forma si eserciti, tanto più in quella della seduzione, fa sempre paura. ma guardandole da vicino, condividendone le amicizie e gli amori, i divertimenti e la solitudine, le velleità e l'eccentricità, le dissipazioni e le contraddizioni, la malinconia e l'anarchia, chi leggerà queste vite non potrà non provare ammirazione, compassione, simpatia, meraviglia. e riconoscere un misterioso, innegabile senso di modernità.