Autore selezionato: SALVAGGIULO GIUSEPPE

In questa pagina vengono riportate tutte le opere, presenti nel nostro catalogo, di SALVAGGIULO GIUSEPPE.

IL PEGGIORE

Genere: POLITICA

Formato: DAISY

Livello di lettura: SECONDO LIVELLO

Risguardo di copertina

la peculiare parabola di massimo d'alema - biografica, psicologica, politica disvela il senso profondo della crisi che ha colpito la sinistra italiana. ha teorizzato il primato della politica e l'ha ridotta a puro tatticismo; voleva sbaragliare berlusconi e lo ha fatto arricchire; idolatrava il partito e lo ha distrutto; ha partorito l'ulivo e l'ha ammazzato in culla (prodi non capisce un cazzo di politica); si proclama erede di berlinguer ma si circonda di affaristi, coltivando passioni non certo popolari (le scarpe fatte a mano, sankt moritz, la barca a vela, gli chef stellati, gli abiti firmati). ecco la storia di un uomo che spiega perché oggi la sinistra scambia la richiesta di politica per antipolitica, ritrovandosi senza più una storia e senza una nuova identità

IO SONO IL POTERE

Genere: POLITICA

Formato: DAISY

Livello di lettura: PRIMO LIVELLO

Risguardo di copertina

chi muove i fili della politica italiana? quali scambi si fanno, ogni giorno, nei ministeri? su quali soluzioni al limite della legge si fonda la ragion di stato? un capo di gabinetto svela dall'interno le regole non dette e i segreti inconfessati dei palazzi del potere. “ogni tanto qualcuno mi chiede che mestiere faccio. non ho ancora trovato una risposta. la verità è che una risposta non esiste. io non faccio qualcosa. io sono qualcosa. io sono il volto invisibile del potere. io sono il capo di gabinetto. so, vedo, dispongo, risolvo, accelero e freno, imbroglio e sbroglio. frequento la penombra. della politica, delle istituzioni e di tutti i pianeti orbitanti. industria, finanza, chiesa. non esterno su twitter, non pontifico sui giornali, non battibecco nei talk show. compaio poche volte e sempre dove non ci sono occhi indiscreti. non mi conosce nessuno, a parte chi mi riconosce. dal presidente della repubblica, che mi riceve riservatamente, all'usciere del ministero, che ogni mattina mi saluta con un deferente ‘buongiorno, signor capo di gabinetto'. signore. che nella roma dei dotto' è il massimo della formalità e dell'ossequio. la misura della distinzione. noi capi di gabinetto non siamo una classe. siamo un clero. una cinquantina di persone che tengono in piedi l'italia, muovendone i fili dietro le quinte. i politici passano, noi restiamo. siamo la continuità, lo scheletro sottile e resiliente di uno stato fragile, flaccido, storpio fin dalla nascita. chierici di un sapere iniziatico che non è solo dottrina, ma soprattutto prassi. che non s'insegna alla bocconi né a harvard. che non si codifica nei manuali. che si trasmette come un flusso osmotico nei nostri santuari: tar, consiglio di stato, corte dei conti, avvocatura dello stato. da dove andiamo e veniamo, facendo la spola con i ministeri. perché capi di gabinetto un po' si nasce e un po' si diventa. la legittimazione del nostro potere non sono il sangue, i voti, i ricatti, il servilismo. è l'autorevolezza. che ci rende detestati, ma anche indispensabili. noi non siamo rottamabili. chi ha provato a fare a meno di noi è durato poco. e s'è fatto male. piccoli, velleitari, patetici leader politici. credono che la storia cominci con loro”.