Risguardo di copertina
immerso nella sordida atmosfera di un bordello della galizia spagnola, il vecchio herbal si ritrova tra le mani un lapis rosso che gli fa venire in mente i suoi trascorsi di carceriere durante la guerra civile e le terribili iniquità di cui è stato complice e insieme testimone. il lapis apparteneva a un detenuto, un pittore che se ne serviva per disegnare i volti dei suoi compagni di prigione come se fossero gli angeli e i profeti raffigurati nella cattedrale di santiago di compostela. dalla galleria dei ricordi drammaticamente evocati emerge la figura luminosa del dottor da barca, uomo di raro talento e di grande umanità, fiero avversario politico del regime franchista. herbal lo temeva perché era un pericoloso avversario, ma allo stesso tempo lo ammirava molto perché intuiva il suo valore. l'aveva fatto arrestare per invidia del suo carisma e della sua bellissima compagna, ma in carcere non potrà fare a meno di nutrire per lui lo stesso sentimento ambivalente di ostilità e di rispetto. la memoria di herbal ricompone immagini di crudeltà, torture, tradimenti, esecuzioni sommarie, un grumo di passioni umane e disumane e una struggente storia d'amore. ma nel ricordo del vecchio carceriere riemerge la più profonda paura del sovvertimento e l'ancestrale angoscia del nuovo che serpeggia nell'anima e nella storia.
Risguardo di copertina
rivas è soprattutto autore di racconti. qui sono riuniti i migliori delle sue tre più celebri raccolte, sotto il titolo di un gioiello narrativo che ha ispirato nel 1999 il film di josé luis cuerda "la lingua delle farfalle", vicenda imperniata sul rapporto tra uno scolaro e un anziano maestro, tra le contraddizioni della spagna allo scoppio della guerra civile. "l'immenso camposanto dell'avana" ha per protagonista lo zio amaro, specialista in morti apparenti da cui risorge sempre pettinato e profumato. "un fiore bianco per i pipistrelli" è un piccolo perfetto noir su un poliziotto anticontrabbando che dà la caccia ai narcotrafficanti della costa galega. il boss locale, don, riesce a farlo trasferire a un altro, innocuo servizio. ma una sera si presenta in commissariato una vecchietta convinta che il cattivo di una telenovela la voglia uccidere... "che vuoi da me, amore?" è la lacerante storia di un ragazzino che s'improvvisa svaligiatore di banche per impressionare una ragazza che lavora in un supermercato e non lo considera. "il pappagallo di la guaira" parla di un emigrante che fa da cliente-richiamo in un ristorante, uno di quelli che mangiano in vetrina per attirare avventori. in "o'mero" il protagonista racconta al medico una complicata storia di tradimento in madagascar per spiegare la malattia della moglie, e il medico abbocca, finché il taverniere del posto non gli dice che o'mero non è mai stato in mare. "la vecchia regina prende il volo" è una saga rurale su due compaesani amici da bambini e nemici per tutta la vita, che muoiono insieme. e così via, in diciotto avvincenti episodi. fedele al suo concetto di scrittura come "cammino di frontiera tra l'attaccamento e la perdita", rivas si sente un emigrante, "nato sul confine dei tempi, quello delle veglie davanti al camino, quando il fuoco e i merli ancora parlavano, e quello dei telefilm". spinto dall'inquietudine, con dentro quella lingua privatissima e periferica come unico mezzo per nominare il mondo intero, alterna un'intensa poeticità a un altrettanto sobrio e incisivo realismo.