Risguardo di copertina
il paranoico è ossessionato dalla stabilità del reale, nemico della contraddizione e della complessità, persegue con tenacia una visione compatta e granitica del mondo. la paranoia si nasconde così nelle costruzioni complottistiche cospirazioniste che attraversano la storia moderna e contemporanea, dalla rivoluzione francese alla guerra contro il terrorismo. tentativi, pericolosi e dagli esiti spesso drammatici, di riportare ordine e coerenza alla frammentazione illogica degli eventi. ma soprattutto la paranoia è stata la malattia del novecento, la malattia dei regimi totalitari, dell'annullamento delle differenze, a favore di un soggetto collettivo monopolizzato da una "mente totale". ecco allora il quesito a cui rispondere: che cosa è rimasto con noi, oggi, di tale malattia?
Risguardo di copertina
tutto è cominciato più di vent'anni fa, in un altro secolo in cui la globalizzazione felice prometteva benessere crescente e illimitato per tutti e per sempre. allora si pensò di scavare, in una montagna piena di amianto e di uranio, una galleria di oltre 50 km, per far correre tra torino e lione un treno capace di trasportare una quantità crescente di persone e di merci in tempi sempre più ridotti. l'opposizione di una valle, preoccupata della salute propria e dei propri figli, bloccò l'opera e impose rilevanti modifiche del progetto originario. da allora il mondo è cambiato. ci si è accorti che la linea ferroviaria storica sarebbe in grado di garantire il flusso ferroviario di merci attraverso il confine con la francia e di assorbire l'intero traffico su gomma. poi è arrivata una crisi economica devastante e a molti è parsa scandalosa una spesa di miliardi di euro per un'opera di dubbia utilità. e l'opposizione di una valle è diventata un movimento nazionale unito dalla convinzione che un mondo diverso è possibile. perché tutto questo è chiaro a qualsiasi anziano di venaus, a ogni ragazzo accampato al bivacco di clarea, a ogni casalinga di bussoleno, ma viene ostinatamente ignorato dai "decisori" centrali, dai politici di lungo corso, dagli addetti all'informazione nazionale? forse perché sul "caso tav" convergono e si intrecciano un po' tutti i sintomi che caratterizzano l'attuale male oscuro delle nostre democrazie, le cause della loro difficilmente curabile anemia.