ALL YOU NEED IS LOVE
Genere: ECONOMIA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
«il mio modello di business? i beatles.» così parlò steve jobs, il fondatore di apple, uno che di business qualcosa capiva. a intrigarlo era soprattutto la formula del collettivo: vedeva i beatles come un prodigioso moltiplicatore dei talenti individuali. l'indimenticabile quartetto della cultura pop, infatti, fu anche una start-up di successo. proiettò quattro ragazzi cresciuti nella liverpool del primo dopoguerra, in una miseria da terzo mondo, verso la stratosfera della ricchezza. personalmente, nei testi delle loro canzoni, composte in un periodo di radicali cambiamenti come gli anni sessanta, ritrovo la mia adolescenza e un’epoca che fu l’ultima età dell’oro per l’occidente: alta crescita, pieno impiego, benessere diffuso, aspettative crescenti per i giovani. ma anche i germi di quel che accadde in seguito. taxman prefigura le rivolte fiscali. get back nasce come una satira dei primi movimenti xenofobi e anti-immigrati. when i’m sixty-four anticipa la crisi del welfare state da shock demografico. eleanor rigby e lady madonna evocano la nuova povertà che oggi è in mezzo a noi. across the universe, con il suo richiamo al viaggio in india dei fab four, ricorda l’irruzione dell’oriente nel nostro mondo. e yesterday, con il tema della nostalgia, ci costringe ad affrontare domande cruciali: davvero si stava meglio «ieri»? prima dell’euro, prima della globalizzazione, prima di internet? l’obiettivo di questo libro è ricostruire una speranza. se la grande depressione degli anni trenta seppe generare un «pensiero forte» per risolvere quella crisi, cioè la dottrina (allora rivoluzionaria) di keynes, anche la crisi attuale invoca idee e terapie altrettanto innovative per risolvere il drammatico problema dell’occupazione e superare le sempre più profonde diseguaglianze sociali. ma per rigenerare l’analisi economica e ridefinirne priorità e obiettivi, liberando la mente dalla presunta «inevitabilità» delle leggi del mercato, sono indispensabili quella fantasia e quella creatività che affascinarono steve jobs. utilizzare come colonna sonora le canzoni dei beatles, il loro linguaggio semplice, divertente, provocatorio, può essere il primo passo per seppellire ogni pregiudizio contro la «scienza triste». e per riprenderci l’economia dalle mani di chi l’ha sequestrata, sequestrando le nostre vite.
ALLA MIA SINISTRA
Genere: POLITICA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
"avevo il dovere di scrivere questo libro. perché ho due figli ventenni che affrontano, come tutti i loro coetanei, il mercato del lavoro più difficile dai tempi della grande depressione. perché devo rispondere delle mie responsabilità: appartengo a una certa generazione della sinistra occidentale che ha creduto di poter migliorare la società usando il mercato e la globalizzazione. ho voluto sfogliare il mio album di famiglia, la storia che ho vissuto con un pezzo della sinistra italiana, per capire le ragioni delle nostre sconfitte, quindi aprire una pagina nuova. plutocrazia, tecnocrazia, populismo, autoritarismo sono i mali che minacciano le nostre democrazie. l'italia è un piccolo laboratorio mostruoso di queste patologie. avendo vissuto un'esperienza pluridecennale da nomade della globalizzazione - in europa, in america, in asia - ho il dovere di dire ciò che è accaduto all'immagine del nostro paese nel mondo. devo raccontare dal mio osservatorio attuale nell'estremo occidente" quali sono i costi dell'era berlusconi, e anche le radici profonde del berlusconismo, che gli sopravvivranno, i vizi di un'italia "volgare e gaudente" con cui dovremo fare i conti anche dopo. che cosa farà questa italia "da grande"? c'è ancora speranza? alla sinistra indico le possibili vie d'uscita attingendo alle mie esperienze nelle nazioni emergenti, dall'asia al brasile: perché non possiamo farci risucchiare in una sindrome del declino tutta interna all'occidente."
AMERICA
Genere: INCHIESTE E INTERVISTE
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
america «impero del male» o «patria delle libertà»? una nazione creatrice di miti e valori o un paese in declino e diviso al suo interno? come si misura la «vera distanza» tra san francisco e miami? perché è impossibile avere una conversazione in inglese con un tassista di new york? come si spiegano la tragica sequenza delle sparatorie e nel contempo il record delle start-up, la scarsa disoccupazione giovanile e la migrazione interna dalla california verso la florida? capire l'america è una sfida, oggi più che mai: ci fa velo un secolo di stereotipi costruiti da cinema e letteratura, moda e arte, musica e serie televisive. si aggiunge la rinascita di un antiamericanismo antico e viscerale, che condiziona molti italiani. bisogna avere radici profonde in questa nazione - pagarci le tasse, averci mandato i figli a scuola, usarne la sanità, aver fatto il giurato in un processo, averci comprato casa e creato una società - per superare la barriera dei luoghi comuni. le sorprese sono tante quante le americhe, al plurale, e tutte le loro comunità etniche. federico rampini, che in america ha vissuto per quasi un quarto di secolo, firma un ritratto illuminante degli stati uniti che enuclea i grandi e i piccoli problemi del paese. di ogni differenza abissale con l'europa indica origini e ragioni, dalla politica all'economia, dalla cultura alla società, dalla quotidianità alla genesi del dna nazionale. l'autore compie uno slalom fra le contraddizioni, un'operazione di pulizia dai preconcetti, e ci regala una guida di viaggio in senso letterale: perché si può comprendere l'america solo vivendola e guardando dietro le apparenze. per intuire magari dove andrà a finire.
BANCHE: POSSIAMO ANCORA FIDARCI?
Genere: ECONOMIA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
il 2015 verrà ricordato per uno shock a cui gli italiani non erano abituati né preparati. sono fallite delle banche. piccole, ma non trascurabili. la protezione del risparmio è stata messa in dubbio. un brivido di paura si è diffuso perfino tra i clienti di altre banche più grosse e più solide, perché nel frattempo entravano in vigore nuove regole, imposte dall'europa, che comportano maggiori rischi per i risparmiatori. sono così venute alla luce storie tragiche: cittadini ingannati, titoli insicuri venduti agli sportelli bancari, obbligazioni travolte nei crac. in parallelo, brividi di paura sulla tenuta delle banche si sono manifestati anche in altre parti del mondo: in cina e persino nell'insospettabile germania. e a preoccuparci non ci sono solo le banche private, quelle dove abbiamo i conti correnti e i libretti di risparmio. anche quelle che stanno molto al di sopra, le istituzioni che dovrebbero governare la moneta e l'economia, non offrono certezze. in america, nell'eurozona o in giappone, la debolezza dell'economia ha rivelato errori e limiti delle banche centrali. in un'epoca come questa, in cui i redditi da lavoro diventano incerti o precari, il risparmio è ancora più importante che in passato. ma possiamo fidarci di chi ce lo gestisce?
BANCHIERI
Genere: ECONOMIA
Formato: DAISY
Livello di lettura: SECONDO LIVELLO
Risguardo di copertina
la crisi economica scoppiata nel 2008 con il fallimento della banca d'affari americana lehman brothers sembra non avere fine, in italia come nel resto d'europa: nonostante i governi e gli economisti si arrovellino sulle misure da adottare, le aziende chiudono, la disoccupazione aumenta, i consumi crollano. e la responsabilità della recessione in corso è stata addossata, di volta in volta, al mercato dei mutui statunitensi - i famigerati "subprime" -, allo strapotere della finanza, al peso schiacciante del debito pubblico. cambiando decisamente prospettiva, federico rampini non si chiede a "che cosa" imputare la colpa ma piuttosto a "chi", e senza alcuna esitazione afferma: "i banchieri sono i grandi banditi del nostro tempo. nessun bandito della storia ha mai potuto sognarsi di infliggere tanti danni alla collettività quanti ne hanno fatti i banchieri". dall'osservatorio privilegiato degli stati uniti, dove la crisi ha avuto inizio, rampini racconta chi sono i banchieri di oggi, come abbiano potuto adottare comportamenti tanto perversi, assumersi rischi così forti e agire in modo talmente dissennato da provocare un'autentica pearl harbor economica, sprofondando l'occidente nella più grave crisi degli ultimi settant'anni. e tutto questo, contando sempre sulla certezza dell'impunità. a pagare i loro errori sono infatti i cittadini dei paesi sulle due sponde dell'atlantico, e il prezzo è altissimo: crescenti diseguaglianze, precarietà del presente, paura del futuro.
FERMARE PECHINO
Genere: ECONOMIA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
«questo libro è un viaggio nel grande paradosso di una sfida planetaria. vi racconto una faccia della cina troppo nascosta e inquietante, che l'élite occidentale ha deciso di non vedere. rivelo il gioco dei corsi e ricorsi, tra due superpotenze che si studiano e si copiano a vicenda. e spiego il nuovo grande esperimento americano, che tenta di invertire il corso della storia prima che sia troppo tardi». federico rampini racconta una sfida fatta anche di contaminazione reciproca, perché alcuni problemi sono simili: dalle diseguaglianze sociali allo strapotere di big tech, dalla crisi ambientale e climatica alla corsa per dominare le energie rinnovabili. rampini mette a nudo gli aspetti meno noti della cina di xi jinping, con un viaggio insolito nella cultura etnocentrica e razzista degli han, le abitudini di vita dei millennial, l'imperialismo culturale nella saga cinematografica del guerriero lupo, la letteratura di fantascienza come stratagemma per aggirare la censura, la riscoperta di mao, le mire aggressive, il militarismo. senza sottovalutare il groviglio di sospetti che ancora circondano le origini del covid. l'esperimento biden vuole opporre all'espansionismo aggressivo di pechino un modello socialdemocratico ispirato a roosevelt e kennedy. si scontra però con le divisioni interne all'america. il capitalismo americano dei trenta tiranni ha stretto un patto diabolico con pechino. mezza società americana, inclusa «la meglio gioventù», denuncia il proprio paese come l'impero del male, vede nell'uomo bianco un persecutore da processare per tutte le ingiustizie della storia. per fermare pechino le democrazie occidentali non possono contare sulla coesione, sul nazionalismo e sull'autostima che animano i cinesi. il rischio che la competizione degeneri fino allo scontro militare è più alto di quanto crediamo. l'europa è un terreno di conquista per le due superpotenze, perché questa è un'altra sorpresa: sia l'america che la cina sono uscite rafforzate dalla pandemia. la resa dei conti diventa ancora più affascinante, inquietante, drammatica. una grande inchiesta nel cuore delle due nazioni che hanno in mano il nostro futuro, firmata da un giornalista e scrittore «nomade globale», con una vita condivisa tra oriente e occidente.
GRAZIE, OCCIDENTE!
Genere: POLITICA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
è ora che qualcuno lo dica: «grazie, occidente!». ma sono due parole che non incontrerete altrove. tutto il bene che abbiamo fatto, a noi stessi e agli altri, è il supremo tabù di questa epoca. nelle scuole non si insegna più la storia vera del progresso, che è nato a casa nostra e dove ha avuto un ruolo anche l'italia. invece nelle piazze e nella cultura contemporanea siamo sotto un processo permanente. è ora di ribellarsi, in nome della verità. cinesi o indiani, brasiliani o africani, il mondo è popolato da miliardi di persone che devono la loro stessa esistenza? a noi. la scienza occidentale, pensiamo alla nostra medicina e alla nostra agronomia, è stata copiata e applicata dal resto dell'umanità con benefici immensi. se la longevità è aumentata, la mortalità infantile è crollata, il livello d'istruzione è cresciuto nel mondo intero, è perché l'occidente ha esportato progresso. dove si combatte per migliorare i diritti umani - per esempio la condizione della donna - il paradigma da emulare siamo noi. il nostro modello industriale ha sollevato dalla miseria grandi nazioni. la sfida per un'economia più sostenibile e per decarbonizzare l'ambiente sarà vinta grazie alla ricerca scientifica e all'innovazione tecnologica dell'occidente. viviamo in un'epoca in cui pronunciare queste verità è scandaloso, è proibito. il conformismo dominante impone una versione bugiarda della storia, in cui la «razza bianca», europea o nordamericana, ha seminato solo distruzione, oppressione, sofferenze. l'idea stessa di progresso è disprezzata, siamo sottoposti a un lavaggio del cervello quotidiano per inculcare la certezza che l'apocalisse è dietro l'angolo (per colpa nostra). in questo viaggio tra la storia degli ultimi secoli e la geopolitica del mondo contemporaneo, federico rampini approfondisce quel che l'occidente è stato davvero per l'umanità. quali tratti originali della nostra civiltà hanno fatto sì che da mezzo millennio il progresso nasca qui e non altrove? perché la cina e l'iran oggi si definiscono «repubbliche», un concetto che non esiste in confucio o nel corano?
I CANTIERI DELLA STORIA
Genere: STORIA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
federico rampini racconta storie di tragedie collettive, sconfitte, decadenze, seguite da «miracoli». successi costruiti partendo dalle macerie, quando tutto sembrava perduto, e invece stava per sorgere una nuova luce all'orizzonte. i cantieri dove si sono raccolte le energie e le idee, per costruire un futuro migliore. il crollo dell'impero romano è l'archetipo di ogni decadenza. ogni altro impero o superpotenza ha paura di fare quella fine, cerca di capire come accadde, tenta di evitare quel destino. nuove interpretazioni dell'antichità rivelano gli eventi fatali che possono portare una civiltà a soccombere. e quali speranze sopravvivono a quei disastri epocali. a metà dell'ottocento l'america dello schiavismo, della guerra civile, periodo tragico in cui un popolo si è diviso a morte, lascia tracce profonde nell'america di oggi, segnata dalla questione razziale. anche nei suoi fallimenti, quel periodo ha molto da insegnarci. la grande depressione degli anni trenta è la madre di tutte le crisi nell'era contemporanea. in mezzo all'impoverimento di massa, genera uno degli esperimenti più audaci di innovazione politica al servizio dei cittadini, il new deal. il piano marshall del 1947 è un altro cantiere: con quegli aiuti l'europa cominciò la ripresa dopo il più distruttivo dei conflitti. ma chi ricorda oggi come funzionò? esplorarne la storia reale illumina il dibattito attuale sul recovery fund nell'unione europea post-pandemia. dei «miracoli» nel dopoguerra quello francese era il più improbabile. la francia subisce tre sconfitte ravvicinate – il secondo conflitto mondiale, l'indocina, l'algeria – e ha un sistema politico a pezzi. il giappone è un caso unico nella storia, dopo la guerra i giapponesi importano la liberaldemocrazia come la prescrive l'america. le rinascite non sono mai finite: dall'incidente nucleare di fukushima alla gestione della pandemia. della cina è memorabile il riscatto dopo due abissi: la rivoluzione culturale nella seconda metà degli anni sessanta, il massacro di piazza tienanmen nel 1989. è andata ben oltre le aspettative, fino ad avverare in buona parte le previsioni di un «secolo cinese». è la reazione collettiva alla sciagura a stabilire se una comunità ne esce fiaccata oppure purificata e rinvigorita.
IL NUOVO IMPERO ARABO
Genere: INCHIESTE E INTERVISTE
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
l’altra faccia della tragedia israelo-palestinese è a poca distanza: è la rapida evoluzione in atto in arabia saudita, che allarga su scala più vasta gli esperimenti già avviati a dubai o nel qatar. quell’area compresa tra il golfo persico e il mar rosso è un gigantesco cantiere di sviluppo, attira un boom di investimenti e di imprese straniere, anche italiane. e accoglie nuovi flussi di imprenditori, turisti, studenti e ricercatori (il nostro paese si è accorto della svolta con qualche ritardo quando roberto mancini ha abbandonato la guida della nazionale di calcio per quella saudita e riad ha soffiato a roma la sede dell’expo). ma cosa c’è dietro? una delle chiavi è la laicizzazione in corso, che riduce i poteri del clero islamico, liberalizza i costumi e migliora i diritti delle donne. in questo reportage ispirato dai suoi viaggi più recenti federico rampini racconta il «nuovo impero arabo» che resta un regime autoritario (su cui la guardia deve restare alta) ma vuole rilanciare il proprio ruolo mondiale, memore di quella che fu l’epoca d’oro della sua civiltà. e che sembra uscire dal vittimismo antisraeliano spezzando la catena dell’odio nei confronti dell’occidente (e il suo finanziamento) che ha portato alla diffusione della jihad e della violenza fanatica. è un’area in forte crescita, segnata da progetti grandiosi di modernizzazione con ricadute nella geopolitica, nell’energia, nell’economia, nella finanza, nella tecnologia e nel campo della lotta al cambiamento climatico. ma l’arabia e i suoi vicini più piccoli sono sotto la minaccia permanente di un avversario come l’iran e del focolaio minaccioso del golfo di suez; e il conflitto israelo-palestinese condiziona leader e popoli di tutta la zona. dal successo nei piani avveniristici di questa parte del mondo dipenderanno anche lo sviluppo dell’africa, la stabilità del mediterraneo, la sicurezza mondiale, la transizione verso un’economia meno condizionata dal petrolio.
IL SECOLO CINESE
Genere: ECONOMIA
Formato: DAISY/CASSETTA
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
"quando la cina si sveglierã , il mondo tremerã ." questa celebre profezia, pronunciata da napoleone nel 1816 e poi ripresa da lenin poco prima di morire, sembra essersi avverata. e le conseguenze per tutte le altre nazioni, prima ancora che politiche o militari, sono di carattere economico. la dirompente potenza industriale di un paese che ospita un quinto della popolazione mondiale e alcune importanti riforme economiche hanno fatto s㬠che in pochissimi anni la repubblica popolare cinese superasse quasi tutti i paesi occidentali nella classifica delle nazioni piã¹ ricche e che le sue merci invadessero il mercato globale, mettendo in gravi difficoltã molte piccole e grandi imprese, anche quelle tecnologicamente avanzate. eppure, benchã© gli indicatori economici e gli ultimi eventi politici suggeriscano che il xxi secolo sarã il "secolo cinese", come il novecento fu il secolo americano, per noi occidentali questo immenso paese dalla storia millenaria continua a restare in larga parte un mistero.federico rampini, attraverso una collezione di storie di vita quotidiana, ritratti di nuovi potenti e uomini comuni, racconti di viaggio in cittã come shanghai, hangzhou e hong kong, le capitali del domani, ci apre le porte della nuova superpotenza. ne percorre le rotte piã¹ remote, dai poveri villaggi contadini ai margini dello sviluppo, ai luoghi in cui si stanno compiendo opere di ingegneria di dimensioni mai tentate prima dal genere umano. incontra i nuovi capitalisti, "i comunisti piã¹ ricchi del mondo", i grandi registi cinematografici e gli artisti che lottano contro la pesante censura attuata dal partito unico, il cui potere ãš ancora ben saldo. entra nei laboratori e nelle universitã in cui la qualitã della ricerca scientifica non ha piã¹ nulla da invidiare agli stati uniti, e ci svela il senso delle scelte politiche di una nazione che non fa piã¹ mistero delle proprie ambizioni neoimperiali. sta iniziando un nuovo capitolo della storia dell'umanitã e, come ci mostra rampini, ora piã¹ che mai ãš urgente interrogarsi sul destino del gigante asiatico. esiste una chance per la democrazia entro i suoi confini? ã possibile che il suo impetuoso sviluppo economico non sia altro che un'enorme bolla sul punto di scoppiare, trascinando il resto del pianeta in una crisi di proporzioni inimmaginabili? in che modo gli stati uniti difenderanno la propria supremazia? si tratta di questioni cruciali, perchã© da esse dipende in gran parte anche il nostro futuro.
L'IMPERO DI CINDIA
Genere: ECONOMIA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
l secolo cinese non sarà dominato solo dalla cina. l'impetuoso sviluppo economico conosciuto negli ultimi anni da quello che fu l'"impero celeste" ha infatti coinvolto molti paesi asiatici, primo fra tutti l'india. l'ex colonia britannica sta rapidamente diventando una nuova grande potenza economica: la diffusa conoscenza della lingua inglese e un buon tasso di istruzione tecnico-scientifica ha fatto sì che molte aziende americane e inglesi abbiano deciso di delocalizzare nel territorio indiano alcuni servizi fondamentali (dalla compilazione delle dichiarazioni fiscali alla lettura delle lastre mediche, per fare solo alcuni esempi), e che siano nate non poche delle più importanti aziende informatiche del pianeta, tanto che persino microsoft ha recentemente deciso di spostarvi la propria produzione.ma non è solo l'india ad aver visto negli ultimi anni una crescita straordinaria: la corea del sud è diventata uno dei grandi centri mondiali della produzione automobilistica e tecnologica, mentre il giappone sta vivendo una nuova fase di forte sviluppo, che lo ha rilanciato sulla scena politica internazionale. tutti insieme questi paesi comprendono circa tre miliardi di abitanti: tre miliardi di nuovi capitalisti che si affacciano sul mercato e nella storia, sconvolgendo le nostre economie e le nostre vite. negli stati uniti è ormai diventato uso comune definire quest'area del mondo con un nuovo nome, un termine coniato apposta per l'impero politico ed economico che dominerà il pianeta nel prossimo futuro: cindia.
LA NOTTE DELLA SINISTRA
Genere: POLITICA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
ci fu un tempo in cui sinistra e popolo erano quasi la stessa cosa. adesso in tutto il mondo le classi lavoratrici, i mestieri operai vecchi e nuovi, cercano disperatamente protezione votando a destra. perché per troppi anni le sinistre hanno abbracciato la causa dei top manager, dell'uomo di davos; hanno cantato le lodi del globalismo che impoveriva tanti in occidente. e la sinistra italiana da quando è all'opposizione non ha corretto gli errori, anzi. è diventata il partito dello spread. il partito che tifa per l'europa «a prescindere», anche quando è governata dai campioni della pirateria fiscale. è una sinistra che abbraccia la religione dei parametri e delle tecnocrazie. venera i miliardari radical chic della silicon valley, nuovi padroni delle nostre coscienze e manipolatori dell'informazione. tra i guru «progressisti» vengono cooptate le star di hollywood e gli influencer sui social media, purché pronuncino le filastrocche giuste sul cambiamento climatico o sugli immigrati. non importa che abbiano conti in banca milionari, i media di sinistra venerano queste celebrity. mentre trattano con disgusto quei bifolchi delle periferie che osano dubitare dei benefici promessi dal globalismo. non rispondetemi che «quegli altri» sono peggio - scrive federico rampini -, non ditemi che è l'ora di fare quadrato, di arroccarsi tra noi, a contemplare con orgoglio tutte le nostre sacrosante ragioni, a dirci che siamo moralmente superiori e che là fuori ci assedia un'orda fascista. quand'anche fosse vero che «quelli» sono la peste nera, allora dobbiamo chiederci: com'è stato possibile? come abbiamo potuto regalare a «loro» l'italia più gli stati uniti, l'inghilterra più la svezia e in parte la francia? se davvero una barbarie reazionaria sta dilagando in tutto l'occidente, dov'eravamo noi, cosa facevamo mentre questo flagello si stava preparando? (aiutino: spesso eravamo al governo). c'è qualcosa di malsano nel pensare che una maggioranza degli italiani sono idioti manipolati da mascalzoni: come si costruisce su queste basi una convivenza civile, un futuro migliore? attingendo alla sua formazione giovanile nel pci di enrico berlinguer, fine anni settanta; poi alle sue esperienze successive di reporter globale a parigi, bruxelles, san francisco, pechino e ora new york, federico rampini prende di mira alcuni dogmi politically correct. e spiega che la sinistra può ripartire. deve farlo. il tracciato verso la rinascita parte dalle diseguaglianze, e abbraccia senza imbarazzi una nuova idea di nazione.
LA SPERANZA AFRICANA
Genere: POLITICA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
il nostro futuro si giocherà in africa. il mondo la osserva con un'attenzione nuova. è il baricentro demografico del pianeta: lì si concentrerà la crescita della popolazione in questo secolo, mentre la denatalità avanza altrove. un'altra sfida riguarda le materie prime, in particolare materiali strategici nella transizione verso un'economia sostenibile: molti dei minerali e metalli rari indispensabili per i pannelli solari o le auto elettriche vengono estratti in africa. del continente gli italiani conoscono solo una narrazione pauperistica e catastrofista. l'africa è descritta come l'origine della «bomba migratoria» che si abbatterà su di noi. viene compianta come la vittima di tutti gli appetiti imperialisti e neocoloniali: quelli occidentali o la nuova invasione da parte della cina. fa notizia solo come luogo di sciagure e sofferenze: conflitti, siccità e carestie, sfruttamento e saccheggio di risorse, profughi che muoiono attraversando il mediterraneo. dagli anni settanta, quando si spensero le prime speranze di rinascita nell'epoca dell'indipendenza post-coloniale, l'occidente ha mescolato la sindrome della pietà, i complessi di colpa e una «cultura degli aiuti umanitari» destinata a creare dipendenza e corruzione. contro gli stereotipi s'impone una nuova narrazione. ce la chiedono autorevoli personalità africane, che si riprendono il diritto di raccontare l'africa così com'è davvero, senza piangersi addosso, ribellandosi ai luoghi comuni occidentali. l'africa non è una nazione, è un continente immenso con diversità enormi, dal cairo a johannesburg, da addis abeba a lagos. non è solo sofferenza e fuga, come dimostra la sua straordinaria vitalità culturale. a new york, londra e parigi siamo invasi da romanzi, musica, film, pittura e mode creati da nuove generazioni di artisti africani. la diaspora brilla per le eccellenze: negli stati uniti i recenti immigrati dall'africa hanno dato vita a una delle comunità etniche di maggior successo. esiste un protagonismo africano. sbagliamo quando descriviamo il continente soltanto come «oggetto» di manovre altrui (america, cina, russia, europa). senza ricadere nelle illusioni dell'afro-ottimismo che già si sono accese e spente nei decenni passati, questo saggio è una provocazione contro la pigrizia intellettuale e un antidoto contro le lobby che usano l'africa per i propri scopi. il nostro sguardo deve cambiare perché lo sguardo degli africani su se stessi sta cambiando. fallito il modello degli aiuti, fallite le dittature e gli statalismi, mentre c'è chi tenta di importarvi il «modello asiatico», noi europei dobbiamo uscire dalla nostra passività. quasi un ventennio fa, federico rampini fece scoprire agli italiani un'asia nuova, in vorticoso cambiamento, con i bestseller il secolo cinese e l'impero di cindia. oggi affronta con lo stesso approccio spregiudicato il grande sud globale, guidandoci nella sua riscoperta senza paraocchi, da testimone in presa diretta, attraverso reportage di viaggio e dando la voce a personaggi che fanno la storia.
LA SPERANZA INDIANA
Genere: VIAGGI REPORTAGES
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
"la gente che in india ha studiato sa che non ha speranza." così scriveva pier paolo pasolini nel suo diario di viaggio del 1961, "l'odore dell'india". rileggendolo oggi sembra che parli di un altro paese. un posto da cui occorre emigrare per trovare un lavoro, condizioni di vita migliori, un futuro. ma pasolini non poteva certo immaginare quello che sarebbe accaduto nell'arco di pochi decenni. se c'è un luogo oggi dove la speranza è giovane, questo è l'india. all'interno dei suoi confini si sta affermando una nuova idea della modernità, a cui l'occidente guarda con stupore, incredulità, ammirazione. nell'ultimo quarto di secolo, infatti, con regolarità, l'india è riuscita a sollevare dalla miseria ogni anno l'1% in più della sua popolazione, col risultato che già 200 milioni di indiani, dal 1980 a oggi, hanno sconfitto per sempre la fame e il bisogno. ed è ormai certo che entro vent'anni si sarà piazzata nel ristretto vertice dell'economia mondiale, il club delle tre superpotenze globali, in compagnia di cina e stati uniti. non solo: il 70% dei suoi abitanti ha meno di 35 anni. nel 2050, cioè quando i bambini italiani di oggi saranno nel fiore dell'età matura, il nostro pianeta avrà raggiunto i 9,5 miliardi di abitanti. per quella data la più grossa parte dell'aumento della popolazione mondiale sarà concentrato in india: ci saranno 600 milioni di indiani in più. entro qualche decennio diventerà l'unica superpotenza popolata soprattutto di giovani e giovanissimi. una differenza che le garantirà sempre una marcia in più. federico rampini attraversa questo straordinario paese per raccontarci dove si giocherà il nostro futuro. viaggia attraverso le città di una terra vastissima in cui, pur tra mille difficoltà, convivono un miliardo di individui di etnie e religioni diverse. incontra gli imprenditori che a bangalore hanno rivoluzionato l'industria informatica planetaria e gli scrittori dalla cui immaginazione stanno nascendo i nuovi capolavori della letteratura mondiale. ci guida attraverso la storia di un paese le cui origini coincidono con quelle dell'intera civiltà umana, ci porta ad ammirare alcuni dei monumenti che di quella storia sono le pietre miliari, per poi immergersi nel silenzio di un ashram alla ricerca del segreto di una spiritualità che ha origini millenarie. ma soprattutto rampini ci insegna a guardare all'india senza timore: la maggioranza dei giovani che erediteranno questo pianeta stanno nascendo da mamme indiane. entro la metà del xxi secolo la nazione più popolosa sarà anche la più vasta democrazia del mondo. nelle paure che ci agitano, nelle minacce da cui ci sentiamo circondati, l'india sarà un'àncora di stabilità.
ORIENTE E OCCIDENTE
Genere: SOCIOLOGIA
Formato: DAISY
Livello di lettura: SECONDO LIVELLO
Risguardo di copertina
è dai tempi di alessandro magno che l'incontro-scontro fra est e ovest ispira la nostra visione del mondo. «noi» siamo concentrati sui valori e sui diritti del singolo, «loro» abitano un universo comunitario. il dispotismo orientale, teorizzato da marx e da altri pensatori dell'ottocento, lo ritroviamo al multiplo nelle sue reincarnazioni contemporanee, da erdogan a xi jinping. c'è poi il «loro» spiritualismo contro il «nostro» materialismo: un mito che si complica sempre piú nella modernità. siamo passati attraverso le fasi dell'emulazione, talvolta dell'omologazione, del rifiuto, della rincorsa e del sorpasso, della riscoperta delle radici. è probabile che un punto di equilibrio non lo troveremo mai. ora che la pandemia ci ha abbattuti entrambi, resta da scoprire chi si risolleverà per primo, quale modello risulterà vincitore.
RETE PADRONA
Genere: INFORMATICA
Formato: DAISY
Livello di lettura: SECONDO LIVELLO
Risguardo di copertina
"mi trasferii a san francisco nel 2000 per vivere nel cuore della silicon valley la prima rivoluzione di internet. ci ritorno oggi da new york e ho le vertigini, e un senso d'inquietudine. la velocità del cambiamento digitale è stata superiore a quello che ci aspettavamo e ormai la rete penetra in ogni angolo della nostra vita: il lavoro, il tempo libero, l'organizzazione del dibattito politico e della protesta sociale, perfino le nostre relazioni sociali e i nostri affetti. ma la rete padrona ha gettato la maschera. la sua realtà quotidiana è molto diversa dalle visioni degli idealisti libertari che progettavano un nuovo mondo di sapere e opportunità alla portata di tutti. i nuovi padroni dell'universo si chiamano apple e google, facebook, amazon e twitter. al loro fianco, la national security agency, il grande fratello dell'era digitale. e poi i regimi autoritari, dalla cina alla russia, che hanno imparato a padroneggiare a loro volta le tecnologie e ormai manipolano la natura stessa di internet. con questo libro vi porto in viaggio con me nella rete padrona. è un viaggio nel tempo, per confrontare le speranze e i progetti più generosi di un ventennio fa con le priorità reali che plasmano oggi il mondo delle tecnologie. è un viaggio tra i personaggi che hanno segnato quest'epoca, da bill gates a steve jobs, a mark zuckerberg, e tra tanti altri profeti e visionari meno noti, che già stanno progettando le prossime fasi dell'innovazione."
SUICIDIO OCCIDENTALE
Genere: POLITICA
Formato: DAISY
Livello di lettura: PRIMO LIVELLO
Risguardo di copertina
se un attacco nel cuore dell'europa ci ha colto impreparati, è perché eravamo impegnati nella nostra autodistruzione. il disarmo strategico dell'occidente era stato preceduto per anni da un disarmo culturale. l'ideologia dominante, quella che le élite diffondono nelle università, nei media, nella cultura di massa e nello spettacolo, ci impone di demolire ogni autostima, colpevolizzarci, flagellarci. secondo questa dittatura ideologica non abbiamo più valori da proporre al mondo e alle nuove generazioni, abbiamo solo crimini da espiare. questo è il suicidio occidentale. l'aggressione di putin all'ucraina, spalleggiato da xi jinping, è anche la conseguenza di questo: gli autocrati delle nuove potenze imperiali sanno che ci sabotiamo da soli. sta già accadendo in america, culla di un esperimento estremo. questo pamphlet è una guida per esplorare il disastro in corso; è un avvertimento e un allarme. gli europei stentano ancora a capire tutti gli eccessi degli stati uniti, eppure il contagio del vecchio continente è già cominciato. nelle università domina una censura feroce contro chi non aderisce al pensiero politically correct, si allunga la lista di personalità silenziate, cacciate, licenziate. solo le minoranze etniche e sessuali hanno diritti da far valere; e nessun dovere. l'ambientalismo estremo, religione neopagana del nostro tempo, demonizza il progresso economico e predica un futuro di sacrifici dolorosi oppure l'apocalisse imminente. i giovani schiavizzati dai social sono manipolati dai miliardari del capitalismo digitale. l'establishment radical chic si purifica con la catarsi del politicamente corretto.