Risguardo di copertina
mentre la seconda guerra mondiale volge al termine e da napoli giunge il grido di una città martoriata, a santa maria del mare, paesino immaginario di poche anime annidato sulla costa, la protagonista di althénopis trascorre le sue giornate tra giochi infantili e divertenti avventure. la piccola appartiene a una famiglia bizzarra, giunta lì dall’esotica isola di porto quì: il padre diplomatico è sempre in viaggio, la madre, donna algida e distante, è assillata da continue emicranie e la nonna, figura onnipresente e piena di fascino, è avvolta da un’aura di mistero dai contorni quasi onirici. nell’esistenza quotidiana della bambina, ai parenti e agli amici si alterna la presenza degli “scugnizzi”, che rubano gli spiccioli ai passanti nella piazza del paese. nonostante in casa si disapprovino certi comportamenti, la piccola, ignorando un atteggiamento che non le appartiene, si lascerà coinvolgere in mille peripezie mischiandosi con i coetanei di ogni ceto sociale, sospesa tra l’ingenuità dell’infanzia e le incomprensibili stranezze dell’età adulta. quando all’improvviso il padre muore, la famiglia è costretta a trasferirsi altrove e viene ospitata da diversi parenti prima di stabilirsi definitivamente a frasca. la ragazza, nel frattempo, diventa donna e all’inizio degli anni cinquanta decide di intraprendere un misterioso e solitario viaggio al nord. al ritorno, il confronto con la madre, sempre più sola e bisognosa di attenzioni, sarà inevitabile, facendosi presto scontro drammatico e portando alla luce dinamiche complesse rimaste latenti troppo a lungo. con una prosa densa, viscerale, in grado di aprirsi a realtà anche molto distanti, althénopis, uscito per la prima volta nel 1981, e impostosi subito all’attenzione della critica, si muove in maniera disinvolta e trasversale tra ambienti domestici teneramente ricostruiti e tensioni esistenziali ancora da esplorare. con una lingua ricca, incisiva e piena di sfumature, il romanzo, in cui il racconto autobiografico si trasfigura in qualcosa di più alto, scava nei rapporti familiari con una prosa raffinata che talvolta si fa lucida critica sociale. un esordio tardivo ma folgorante, con un’attenzione speciale per le figure femminili, che rivelò lo straordinario talento narrativo di un’autrice come fabrizia ramondino che, nel giro di pochissimi anni, sarebbe stata riconosciuta come una delle scrittrici più interessanti e stimate della sua generazione.
Risguardo di copertina
con questo volume vengono finalmente scelte e raccolte le poesie che fabrizia ramondino ha composto nel lungo arco di tempo che va dal 1956 al 2002, senza pubblicarle, come un diario di bordo, come un'attività letteraria parallela, o forse invece come una traccia sotterranea per la sua scrittura in prosa. e con la sua prosa condividono la stessa materia: la natura e l'eros, ma anche la polvere e le case e i tram, condomini e alberghi di città straniere e angoli della sua napoli su sfondi di cieli aperti o cupi come l'esistenza, con i suoi grumi di disagio. cieli e aria accanto a una sensualità e a un impegno civile tutti terreni; e tanti incontri, distacchi e partenze per le strade del mondo, alla ricerca di sé e dell'altro. le liriche evocative, rarefatte degli esordi si affiancano nella fase piú matura ad alcuni componimenti dalla misura piú ampia, dove la strofa singola si semplifica, tende ad una sempre maggiore concretezza e l'urgenza di una materia che continua a fremere immutata viene osservata con maggiore distacco. eppure l'attesa è ancora viva e pulsante, con tutta l'incertezza degli anni giovanili, ma anche con il sostegno del ricordo. c'è tutta una vita, nei versi della ramondino. vissuta e trascritta con passione.