Risguardo di copertina
all'alba del 17 febbraio del 1600, al termine di un estenuante processo, clemente viii accese il rogo su cui, sulla piazza di campo de' fiori, fu condannato a bruciare giordano bruno. il fumo di quella pira consacrò il filosofo a supremo difensore del libero pensiero, e sprofondò papa aldobrandini nell'oblio della storia. ma fu 'vera infamia'? nient'affatto, perché clemente viii fu in realtà autentico protagonista di un'epoca turbolenta, insanguinata da lotte fratricide e di potere. e il suo pontificato fu costellato non solo da celebri e avvincenti processi, ma anche da clamorosi successi politici e religiosi: dalla conquista del ducato di ferrara, all'abiura del re di francia enrico iv, alle riforme attuate sulla base del concilio di trento. clemente istituì la prima scuola pubblica per i fanciulli del popolo. vietò a magistrati e carcerieri di accettare regalie dai detenuti. emanò nuove leggi per arginare la 'criminale abitudine', che si stava diffondendo tra i rampolli della nobiltà, di uccidere i genitori per ereditarne il patrimonio. e impose severe pene nei confronti di quei romani che si dilettavano in un assurdo gioco: lanciare sassi contro le carrozze di passaggio, con gravi conseguenze per i passeggeri. fu, insomma, un pontefice e un capo di stato 'moderno' e 'riformista', impegnato a contrastare crimini che, quattrocento anni dopo, non hanno cessato di tormentarci.