Risguardo di copertina
con lo scoppio della crisi di governo, iniziata l'11 luglio 2022, l'italia è precipitata in una campagna elettorale per molti versi inedita, soprattutto perché combattuta, come poche volte in passato, sul terreno della politica estera. è infatti dall'invasione russa dell'ucraina che nel nostro paese, inizialmente refrattario ad avallare le sanzioni contro mosca e quindi guardato con sospetto dagli osservatori internazionali, si sta consumando uno scontro aperto proprio in merito alla condanna di putin. ma come mai, di fronte a uno degli eventi più tragici dalla seconda guerra mondiale, il parlamento è stato così ambiguo? chiedendosi come sia stato possibile, per l'italia, trovarsi sempre più isolata nei consessi internazionali e scivolare ai margini dell'alleanza atlantica, giulia pompili e valerio valentini analizzano i paradossi nefasti che il mito del sovranismo, coltivato a partire dal primo governo conte, ha prodotto sul fronte della politica internazionale italiana. evidenziano poi come la necessità di cercare nuovi legami diplomatici e commerciali con partner inediti abbia portato l'italia ad asservirsi sempre più al disegno strategico antidemocratico di cina e russia, per esempio tramite le visite di omaggio a vladimir putin e xi jinping da parte dei vertici di lega e movimento 5 stelle, l'affidamento di incarichi di governo a personaggi vicini ai regimi di mosca e pechino, la firma del memorandum cinese sulla via della seta, la diplomazia delle mascherine di pechino e l'operazione «dalla russia con amore» durante la pandemia di covid-19. passando in rassegna le principali tappe della penetrazione di cina e russia in europa attraverso il nostro paese, al cuore dell'italia ritiene che perfino la caduta del governo draghi, rappresentante dell'atlantismo benvoluto a livello internazionale, sia soltanto un'ulteriore e goffa spia del redivivo sogno nazionale di porsi come ponte tra oriente e occidente: un progetto che ha origini lontane, ma che ora viene maneggiato con imperizia da una classe politica sgraziata e complottista, pronta a utilizzare qualunque arma, perfino rinnegare le alleanze storiche, pur di guadagnare consenso.