Risguardo di copertina
ci sono molte cose che le ragazze contemporanee non vogliono più essere: non le spose sottomesse degli anni cinquanta, tutte casa, cucina e marito, ma nemmeno le femministe arrabbiate degli anni settanta, con i loro falò di reggiseni e l’odio per i maschi. ci sono molte altre cose che le ragazze contemporanee sono già, invece: donne in carriera, politiche impegnate, esseri umani indipendenti nella gestione del proprio corpo e della propria vita sentimentale e sessuale. eppure quelle ragazze continuano a essere anche figlie, fidanzate, madri, spose. come non rimanere, allora, prigioniere dell’uno o dell’altro modello?, si chiedono giulia cuter e giulia perona. come ripensare al femminismo, quello storico e con la f maiuscola che un po’ spaventa per la sua complessità e un po’ respinge per la sua fermezza, alla luce dei cambiamenti intercorsi fra quegli anni e questi? qual era il punto di partenza, e quanta strada siamo riuscite a fare grazie a quella rivoluzione?