Risguardo di copertina
vincenzo costa, l'ultimo federale fascista di milano, è catturato dai partigiani sul lago di como il 27 aprile 1945, giusto qualche ora prima che il suo duce, poco distante, cada fucilato. la guerra è finita, con allegria e violenza il paese si rimette in moto, ma costa è tra quanti nell'italia della liberazione trovano la propria galera. questa memoria, cui costa ha affidato il ricordo della sua reclusione, è dunque una testimonianza diretta sulla sorte e la disposizione d'animo di coloro che dalla guerra uscivano vinti e che furono chiamati a pagare 'la tariffa' delle proprie responsabilità nel fascismo. da como a piacenza, da coltano a milano, da pizzighettone a san gimignano, l'odissea carceraria di costa, durata sino all'ottobre del 1949, offre una prospettiva rovesciata sul dopoguerra italiano, che al fascista appare un purgatorio degradato di angherie e miserie, dove l'unica luce è la fedeltà al passato. una prospettiva parzialissima, ma proprio per questo rivelatrice delle fratture e delle durezze di quell'acerba stagione in cui l'italia repubblicana muoveva i primi passi.